Il comitato della Convenzione di Berna indaga sugli abbattimenti di lupi in Svizzera
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Gli abbattimenti preventivi dei lupi in Svizzera, anche di interi branchi, potrebbero non essere conformi alla Convenzione di Berna.
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Lo stesso comitato che, appena tre giorni fa, ha deciso di abbassare il livello di protezione dei canidi ha aperto una pratica in merito.
Ieri il comitato permanente della Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, anche nota come convenzione di Berna, che è un organo del Consiglio d’Europa, era riunito a Strasburgo (Francia) assieme a rappresentanti di organizzazioni ambientaliste e dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).
La cosiddetta regolamentazione preventiva – ossia l’abbattimento dei lupi prima che questi abbiano provocato un qualsiasi danno a ovini, caprini e bovini -, codificata dalla revisione dell’Ordinanza federale sulla caccia, ha suscitato “grande scetticismo tra i rappresentanti degli Stati e delle organizzazioni non governative (ONG) presenti”, indica un comunicato diramato ieri sera da due ONG attive nella difesa dei grandi predatori, CHWOLF e Avenir loup lynx Jura (ALLJ).
Stando alla nota, l’Ufficio del comitato ha deciso all’unanimità di avviare una pratica sulle modalità di abbattimento attuate nella Confederazione. “La Svizzera dovrà quindi riferire nuovamente sulla gestione del lupo alla prossima riunione”. Per le due associazioni, questo è un primo segnale che la decisione di martedì dello stesso organo del Consiglio d’Europa non significa una riduzione della protezione del canide “senza riserve”.
A Strasburgo CHWOLF (associazione con sede ad Einsiedeln (canton Svitto) che, stando a sue informazioni, si batte per la protezione dei grandi predatori e per minimizzare i conflitti tra attività umane e canide) e ALLJ (organizzazione del Giura franco-elvetico che, come dice la ragione sociale, è impegnata nella protezione di lupo e lince) hanno criticato soprattutto il valore soglia di dodici branchi per tutta la Svizzera e la suddivisione del paese in cinque regioni di regolazione. Non considerano compatibile con la Convenzione di Berna neppure la diminuzione dei capi predati per consentire abbattimenti reattivi né, tanto meno, la regolamentazione preventiva nel suo insieme.
Le due ONG citano l’intervento del rappresentante della Germania: il portavoce ha sottolineato che la diminuzione dello statuto di protezione dei lupi deciso martedì – da “specie di fauna rigorosamente protetta” a “specie di fauna protetta” – non è un lasciapassare per abbattimenti di massa. “Il lupo rimane un animale protetto e uno stato di conservazione favorevole per 20 branchi è la base scientifica e deve essere ricercata”. Inoltre, ha fatto notare il rappresentante di Berlino, sempre stando al comunicato delle due ONG, “non è ancora chiaro come verrà attuata la diminuzione dello statuto di protezione”: è quindi importante dimostrare una certa moderazione.
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