L’economia svizzera sta bene, secondo un rapporto dell’OCSE
L'economia svizzera è ben avviata, ma bisogna estendere ulteriormente le relazioni commerciali per rafforzare la resilienza economica. A dirlo è un rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Stando a una nota diffusa giovedì dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), l’OCSE considera l’economia elvetica ben avviata, anche se necessita di rafforzare ulteriormente la propria resilienza aumentando la quantità di accordi commerciali. L’organizzazione raccomanda, però, di diversificare le catene di approvvigionamento, mentre sconsiglia iniziative di politica industriale onerose, come sussidi statali o misure protezionistiche.
Secondo la SECO, queste raccomandazioni sono in linea con il percorso intrapreso dalla Confederazione. Con l’abolizione unilaterale dei dazi industriali dal 1° gennaio 2024, il Consiglio federale ha compiuto un passo importante verso la riduzione delle barriere commerciali.
Altri importanti dossier sono in primo luogo il progetto di mandato negoziale con l’Unione europea appena adottato, come pure l’accordo di libero scambio stipulato con l’India, o quello aggiornato di recente con il Cile.
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La Svizzera, secondo l’OCSE, ha inoltre affrontato bene le recenti crisi, come la pandemia e il forte aumento dei prezzi dell’energia in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.
La Confederazione viene elogiata in particolare per il suo sistema di approvvigionamento economico che si basa sulla responsabilità delle imprese e prevede l’intervento dello Stato solo su base sussidiaria e per i beni di importanza vitale. Un sistema che l’OCSE raccomanda di mantenere.
Fra le questioni spinose che la Svizzera deve affrontare, il rapporto cita invece le tensioni geopolitiche attuali, una situazione finanziaria poco rosea, l’invecchiamento della popolazione, la necessità di aumentare la produttività, il cambiamento climatico e la carenza di personale qualificato.
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L’organizzazione internazionale esprime infine preoccupazione a proposito dell’acquisizione d’emergenza di Credit Suisse da parte di UBS. Sebbene abbia garantito la stabilità finanziaria, questa operazione ha anche creato nuovi rischi e sfide per l’economia elvetica. L’istituto nato da questa fusione ha una somma di bilancio che è quasi il doppio del PIL rossocrociato. Secondo l’OCSE, si sollevano anche questioni legate alla concorrenza: il nuovo istituto di credito raggiunge infatti potenzialmente circa il 25% di tutti i depositi e dei prestiti a livello nazionale. Si raccomanda pertanto alle autorità di continuare a esercitare controlli rigorosi sulla nuova UBS.
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