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Le spese natalizie rimarranno stabili

shopping natalizio
Complice la situazione economica, il budget natalizio non cambia e in alcuni casi cala. KEYSTONE

Quest'anno le svizzere e gli svizzeri non intendono spendere di più per i regali di Natale e potrebbero addirittura ridurre gli acquisti a causa dell'elevato costo della vita, spinto dall'aumento degli affitti e dei premi dell'assicurazione sanitaria.

Secondo uno studio condotto dalla società di revisione e consulenza EY e dalla Swiss Retail Federation (la Federazione svizzera del commercio al dettaglio), quest’anno in Svizzera si prevede di spendere circa 282 franchi svizzeri a persona per i festeggiamenti natalizi, un importo stabile rispetto al 2023. Si tratta del 20% in meno rispetto ai 343 franchi pagati nel 2022, un livello “record”, secondo gli autori dello studio pubblicato giovedì.

Tra i regali più gettonati ci sono i buoni acquisto, i giocattoli e l’abbigliamento.

Quest’anno, il 51% delle persone intervistate ha dichiarato di voler ridurre “leggermente” o “considerevolmente” le proprie spese in vista del Natale, citando i prezzi elevati. Circa il 18% vuole addirittura ridurre “significativamente” il proprio budget. Il 45% vuole spendere quanto già fatto alla fine del 2023, mentre il 4% vuole spendere di più.

“Nonostante il calo dell’inflazione in Svizzera, le consumatrici e i consumatori percepiscono i prezzi come elevati, probabilmente a causa della stagnazione del loro budget complessivo, appesantito dall’aumento dei costi sanitari e abitativi”, ha dichiarato André Bieri, responsabile presso EY dei mercati in Svizzera.

L’influenza dell’incertezza geopolitica

Secondo Bieri, “l’incertezza geopolitica”, con la guerra in Ucraina, l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e le turbolenze politiche in Europa, “sta avendo un ulteriore effetto negativo sul comportamento dei consumatori”.

Questa situazione sta avendo un impatto più generale sulla spesa, notano gli autori dello studio. Infatti, il 47% delle persone interpellate ha dichiarato di sentire “forti o molto forti gli effetti dell’inflazione” e dell’aumento dei costi sanitari e abitativi. Di conseguenza, il 10% acquista solo lo stretto necessario e il 17% limita “notevolmente” i propri acquisti.

Per il 36% del campione intervistato, l’aumento dei prezzi ha un effetto “moderato” e per il 22% “minore”.

Nella Confederazione, l’inflazione ha registrato una lieve ripresa a novembre, attestandosi allo 0,7% su base annua, in netto calo rispetto all’impennata dei prezzi al consumo dello scorso anno. Tuttavia, i prezzi di beni e servizi rimangono elevati e non scendono.

Per il prossimo anno, gli economisti prevedono un’inflazione compresa tra lo 0,4% e l’1,0%.

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