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La Svizzera teatro della guerra degli Agnelli

I coniugi Gianni e Marella Agnelli.
Una foto del 1988 che ritrae Gianni e Marella Agnelli. La disputa sulla loro eredità non è ancora finita. Keystone / Alberto Ramella

I tribunali svizzeri potrebbero mettere fine al contenzioso sulla sostanziosa eredità degli Agnelli che dura ormai da 16 anni. Al centro di questa intricata vicenda Margherita Agnelli de Pahlen, figlia di Gianni Agnelli, e i suoi tre figli – John, Lapo e Ginevra – nati dal primo matrimonio con Alain Elkann.

Martedì 6 giugno 2023 il Tribunale di Torino ha bloccato l’azione legale promossa nel capoluogo piemontese da Margherita Agnelli de Pahlen intorno all’eredità di famiglia. Il tribunale ha infatti accolto una richiesta degli avvocati della controparte (i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, figli di Margherita) e ha sospeso il procedimento in attesa della definizione di due cause successorie in corso in Svizzera, una a Ginevra e una a Thun nel Canton Berna.

Di cosa parliamo?

Prima di parlare della vicenda svizzera del contenzioso tra gli Agnelli, dobbiamo tornare indietro nel 2003, quando muore Gianni Agnelli. John Elkann – primogenito dell’unica figlia ancora in vita di Gianni Agnelli – su volontà dell’Avvocato assume ufficialmente la testa del “casato Agnelli”.

Meno di un mese dopo, la Dicembre, la quasi sconosciuta piccola società semplice detentrice dei beni di famiglia, viene divisa in tre parti uguali: il 33,3% va alla moglie di Gianni Agnelli, Marella, un altro 33,3% all’unica figlia della coppia Margherita e il restante 33,3% al nipote John, figlio di Margherita.

L albero geneaologico degli Agnelli
Kai Reusser / swissinfo.ch

L’anno seguente, nel 2004, dopo mesi di negoziati, Margherita, oggi 67enne, firma i cosiddetti accordi di Ginevra con i quali rinuncia all’eredità del padre (cedendo anche la partecipazione in Dicembre) e, attraverso un patto successorio, anche alla futura eredità materna. In cambio Margherita riceve 1,3 miliardi di euro.

A questo punto donna Marella – rimasta unica erede – nomina come propri eredi i nipoti John, Lapo e Ginevra, figli di Margherita e di Alain Elkann e fa convergere gran parte della sua quota in Dicembre su John (per adempiere alla volontà di Gianni Agnelli). Il primogenito di Margherita si ritrova così a possedere il 60% di Dicembre e assume il controllo della cassaforte dell’impero Agnelli. Il restante 40% viene equamente diviso tra il fratello Lapo e la sorella Ginevra. Gli altri 5 figli di Margherita, avuti con il secondo marito Serge de Pahlen, sono estromessi dall’eredità degli Agnelli.

Fino all’offensiva di Margherita Agnelli, la Dicembre appariva come un’anonima, ininfluente società semplice. Si scopre poi che la Dicembre è il maggiore azionista col 38% circa della Giovanni Agnelli Bv, società di diritto olandese (alla quale hanno partecipazione anche tutti gli altri Agnelli, ovvero i 6 fratelli e sorelle di Gianni Agnelli con i loro rispettivi figli e nipoti.). La Giovanni Agnelli Bv detiene il 53% di Exor, altra società di diritto olandese e quotata in Borsa. Exor è la holding che controlla il 14,4% di Stellantis (nata dalla fusione tra Fiat, Chrysler e Peugeot), il 22,91% di Ferrari, il 26,89% di Cnh Industrial (camion e trattori), il 63,77% della Juventus e il 100% di Partner Re, gruppo riassicurativo con sede alle Bermuda. Inoltre, possiede il 43% del settimanale britannico Economist, il 100% di Gedi (La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e numerosi quotidiani locali). Tradotto in cifre, oggi si parla di quasi 40 miliardi di euro.

Quattro anni dopo, nel maggio 2007, Margherita ci ripensa ritenendo che negli accordi di Ginevra del 2004 le fosse stato nascosto gran parte del tesoro accumulato dal padre Gianni. Per questo motivo promuove un’azione legale per avere un rendiconto dei beni del padre, quelli accuratamente nascosti al fisco italiano. La richiesta viene respinta dai magistrati. La lunga causa, iniziata nel 2007, si chiude con una sconfitta di Margherita nel 2015. Durante questa battaglia legale durata anni, il conflitto diventa pubblico: esce dai tribunali ed entra nei salotti e nei bar. È la guerra degli Agnelli.

Margherita Agnelli.
Margherita Agnelli. Keystone / Franco Silvi

Con i figli di primo letto John, Lapo e Ginevra la madre parla ormai solo attraverso gli avvocati. Margherita sostiene di battersi per i diritti dei cinque figli avuti da de Pahlen. Nel farlo non ha esitato a portare alla luce gli enormi capitali depositati all’estero del padre. In tal modo si inimica la madre Marella (che sembra non abbia mai avuto in simpatia il secondo marito) e tutta la vecchia guardia dei pretoriani: le imputano di aver sporcato l’immagine dell’Avvocato offuscandone la sua immagine di imprenditore di successo trasformandolo nel massimo evasore fiscale del Paese.

Un nuovo capitolo, una nuova causa

Nel 2019, 16 anni dopo il marito, muore all’età di 92 anni Marella Agnelli Caracciolo. Non è una sorpresa che donna Marella lasci tutto ai tre nipoti Elkann, dimenticando i 5 nipoti de Pahlen (nati tra il 1983 al 1990). Margherita torna nuovamente alla carica in difesa degli interessi dei suoi cinque figli esclusi dal testamento. La donna chiama in causa presso il tribunale civile di Torino i tre figli avuti con Alain Elkann ritenendo illegittima la successione solo a loro vantaggio dei beni dei nonni, quelli di Gianni Agnelli prima e quelli di Marella dopo. (La causa nel frattempo bloccata).

Dopo la vittoria in tribunale del 2015, i legali degli Elkann mantengono la stessa linea di difesa: Margherita ha firmato gli accordi di Ginevra del 2004 in piena libertà ed è stata liquidata con 1,3 miliardi di euro. Fine

Cause legali in Svizzera

In Svizzera, come detto, sono in corso due cause in cui si discute della validità degli accordi del 2004 (in forza dei quali Margherita aveva transatto ogni questione relativa alla successione paterna e rinunciato, con atto notarile, a ogni pretesa successoria circa la successione paterna) e della validità dei tre testamenti di Marella Agnelli Caracciolo.

Perché la Svizzera è coinvolta nella guerra tra gli Agnelli? Per una questione tanto semplice che è diventata assolutamente complicata: Marella Agnelli Caracciolo fino alla morte ha mantenuto la sua residenza in Svizzera dove è stato redatto anche il testamento. La figlia Margherita vuole invece che il tribunale dichiari che l’eredità della madre non poteva essere regolata dal diritto svizzero perché, secondo lei, la madre pur avendo legalmente il domicilio in Svizzera, trascorreva la maggior parte del tempo tra Torino, Roma e Marrakech.

Qual è il diritto applicabile dato che donna Marella era formalmente residente in Svizzera ma aveva interessi in Italia ed è morta a Torino?

Dunque, la domanda è: qual è il diritto applicabile dato che donna Marella era formalmente residente in Svizzera ma aveva interessi in Italia ed è morta a Torino? La domanda diventa di fondamentale importanza perché, come ci spiega un avvocato di un importante studio legale della piazza luganese, “sebbene nel diritto successorio svizzero sia prevista la quota legittima – che deve sempre essere rispettata –, in presenza di un patto successorio valido, che può essere stilato solo a precise condizioni, in Svizzera è possibile escludere alcuni eredi. Cosa che in Italia non si può fare”.

Senza entrare nel caso specifico, l’avvocato luganese aggiunge che in generale “secondo il diritto internazionale privato il foro competente è l’ultimo domicilio della persona scomparsa”.

John Elkann
John Elkann: la Exor, controllata dalla famiglia Agnelli, possiede anche il 63,77% della Juventus. Keystone / Alessandro Di Marco

Anche la questione legata al fatto che Margherita Agnelli ritenga illegittima la successione a vantaggio dei soli primi tre figli (gli Elkann) a detrimenti degli altri cinque (i de Pahlen), legalmente in Svizzera non fa presa. “La rinuncia di un figlio all’eredità dei genitori – la maggior parte delle volte avviene in presenza di forti debiti (non è questo il caso, ndr.) – comporta anche che i nipoti non possano più avanzare pretese. Naturalmente nel caso in cui la rinuncia all’eredità sia volontaria e presa nel pieno delle proprie facoltà mentali”, osserva l’avvocato che abbiamo contattato.

Ora per fissare il tribunale competente, bisogna prima essere certi di dove vivesse abitualmente Donna Marella. Da qui la ricostruzione da parte di Margherita Agnelli degli ultimi 15 anni di vita della madre con tanto di movimenti tracciati giorno per giorno fra Torino, la Svizzera, Roma e Marrakech. Il tutto per provare che la “residenza abituale” di Marella fosse in Italia e non in Svizzera. 

Il tribunale torinese, il 6 giugno 2023, ha esercitato la facoltà di sospendere la causa in attesa che siano i giudici svizzeri a stabilire se i testamenti svizzeri e i patti (di diritto svizzero) del 2004 siano validi o meno. Solo dopo le sentenze sui procedimenti pendenti a Ginevra e a Thun il processo potrà tornare a Torino. Ma, avvertono gli avvocati, ci vorranno anni. Sembra però certo che le sentenze elvetiche potranno essere riconosciute anche in Italia.  

Se passasse la tesi di Margherita, la 67enne ormai cittadina svizzera potrebbe aspirare alla quota del 50% del patrimonio materno con possibili forti impatti sugli assetti della cassaforte Dicembre e dunque su tutto l’impero che oggi è gestito da una sola persona: John Elkann.

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