Elettricità dalle rinnovabili, la Svizzera accelera la transizione energetica
Il popolo elvetico ha accettato domenica il pacchetto di misure per aumentare la produzione di elettricità rinnovabile a partire dal sole, dall'acqua e dal vento. Le opinioni divergono sul futuro dell'energia nucleare in Svizzera.
La Svizzera mantiene il suo piano di progredire nello sviluppo delle energie rinnovabili e di accelerare la transizione energetica verso una società senza emissioni di CO2.
Domenica, quasi il 69% dell’elettorato e tutti i Cantoni hanno accolto la cosiddetta “legge sull’elettricità”. L’insieme di misure elaborate dal Parlamento mira a rafforzare l’approvvigionamento elettrico a partire da fonti rinnovabili in Svizzera e a ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi durante l’inverno. La partecipazione è stata del 44,8%.
I risultati più alti sono stati quelli a Basilea Città (76,2% di voti favorevoli), Ginevra (75,2%), Vaud (73,5%) e Zurigo (72,2%). In Ticino e nei Grigioni i “sì” sono stati rispettivamente del 70% e del 65,2%.
Un passo verso l’approvvigionamento energetico sicuro e il clima
L’accettazione della legge sull’elettricità da parte del popolo svizzero conferma il “sì” dell’anno scorso alla legge sulla protezione del clima, ha dichiarato il consigliere federale Albert Rösti, responsabile dell’energia e dell’ambiente. Le politiche energetiche e climatiche, ha sottolineato, vanno di pari passo. “Il popolo svizzero ha confermato la sua volontà di aumentare la produzione di elettricità in Svizzera”, ha affermato.
“Il risultato è un piccolo passo verso un approvvigionamento sicuro”, ha commentato a Keystone-ATS Christian Imark, deputato dell’Unione democratica di centro (UDC) e uno dei numerosi co-presidenti dell’Alleanza per un approvvigionamento elettrico sicuro, associazione che si è occupata della campagna a favore della legge. Il voto odierno, ha detto, mostra la convinzione di molti cittadini che le energie rinnovabili sono la risposta per superare le sfide legate al clima.
Anche per il presidente dei Verdi liberali, Jürg Grossen, “oggi la Svizzera ha compiuto un passo importante verso una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento e la protezione del clima”. Secondo il suo partito, con la rapida espansione dell’idroelettrico, del solare e dell’eolico vengono adottate misure concrete per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Lisa Mazzone, presidente del partito dei Verdi, parla di un “immenso successo per il clima”. Con questa legge la Svizzera si dota dei mezzi per portare a termine con esito positivo la svolta energetica, proteggendo al contempo l’ambiente. In un comunicato, Mazzone ritiene che ora si debba premere sull’acceleratore in questo ambito. Già domani il partito potrebbe lanciare una nuova iniziativa popolare.
Un passo importante ma non sufficiente per ridurre le emissioni
Il WWF, che assieme a Pro Natura e Greenpeace Svizzera aveva sostenuto la legge sull’elettricità, afferma in una nota di essere “soddisfatto del chiaro risultato della votazione, che segna un passo importante nella transizione energetica”.
Tuttavia, puntualizza, “la legge sull’elettricità da sola non ridurrà le emissioni. L’effettivo abbandono dei combustibili fossili potrà avere successo solo se verranno adottate altre misure”.
Per Greenpeace si tratta di “un grande successo per la transizione energetica in Svizzera”. Con la votazione odierna, la popolazione si è espressa “a favore di un rapido abbandono del petrolio e del gas”. Il Consiglio federale e i Cantoni devono ora procedere all’attuazione della legge nel più breve tempo possibile, secondo l’associazione.
La Svizzera aumenterà di sei volte la produzione di energia solare ed eolica
La legge sull’elettricità consiste in un insieme di leggi e di ordinanzeCollegamento esterno sviluppate sull’arco di diversi anni e approvato dal Parlamento federale nel 2023. Lo scopo è di diminuire l’uso di combustibili fossili in Svizzera e di rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico durante la stagione invernale.
Le energie rinnovabili, escluso l’idroelettrico, dovranno generare almeno 35 Terawattora di elettricità all’anno entro il 2035 (e 45 TWh entro il 2050), circa sei volte la quantità prodotta nel 2022.
Il sole fornirà la maggior parte di questa elettricità verde. Oltre l’80% dei progetti solari previsti dovrebbe essere realizzato su infrastrutture esistenti, compresi i tetti e le facciate degli edifici residenziali e dei centri commerciali.
Le esigenze per l’idroelettrico sono invece fissate a 37,9 TWh entro il 2035 e a 39,2 TWh entro il 2050. La legge accettata domenica accelera la realizzazione di 16 progetti idroelettrici, tra cui la costruzione di tre nuove dighe sulle Alpi.
Sorvegliare se le promesse verranno mantenute
La Fondazione Franz Weber e due altre piccole organizzazioni ambientaliste avevano lanciato un referendum contro questa riforma dell’approvvigionamento elettrico. Il loro timore è che i nuovi grandi impianti di produzione di energia rinnovabile – che con la nuova legge avranno la priorità su altri interessi nazionali – abbiano effetti nefasti per il paesaggio e la natura in Svizzera.
L’esito dello scrutinio odierno “non è un risultato totalmente negativo date le circostanze”, ha sostenuto a Keystone-ATS Vera Weber, a nome della fondazione che presiede. La votazione ha almeno permesso di suscitare il dibattito sulla politica energetica e sulla protezione della natura.
Ora, Weber vuole seguire da vicino la situazione e le “numerose” promesse di chi ha sostenuto la legge. In particolare, è stato assicurato che la stragrande maggioranza dei pannelli solari verrà installata sui tetti.
Da parte sua, l’UDC – unico grande partito ad aver sostenuto il referendum, anche se alcune sezioni cantonali avevano raccomandato il “sì” – afferma di voler controllare se l’espansione delle energie rinnovabili non porterà a un aumento dei costi dell’elettricità.
Verificheremo anche le promesse formulate durante la campagna, ossia non più di 150-200 nuove turbine eoliche e che l’autonomia dei Comuni sarà rispettata nei processi di autorizzazione, ha dichiarato il consigliere nazionale democentrista Thomas Knutti.
+ La legge sull’elettricità non fermerà l’opposizione alle turbine eoliche in Svizzera
Visioni divergenti sul futuro del nucleare in Svizzera
Il “sì” di domenica è stato “l’ultimo chiodo nella bara del nucleare”, ha dichiarato il deputato socialista Roger Nordmann. Chi ha lanciato il referendum si era infatti unito a coloro che sostengono l’energia nucleare “e questa strategia è andata in pezzi”, ha detto l’ex presidente di Swissolar.
“Ora possiamo chiudere la più vecchia centrale nucleare ancora in funzione nel mondo, Beznau”, ha esultato l’associazione “Uscire il nucleare”.
Allo stesso modo, Greenpeace ritiene che il risultato odierno significhi che “l’energia nucleare sta diventando obsoleta”. È necessario fissare una scadenza per la chiusura rapida e definitiva dei due reattori di Beznau, in funzione dal 1969 e dal 1971, afferma Greenpeace.
L’Associazione svizzera dell’industria tecnologica fa invece un ragionamento diametralmente opposto: Swissmem “si rallegra della chiara approvazione” della legge, ma ritiene che ulteriori misure siano necessarie per garantire un approvvigionamento elettrico sicuro, neutrale dal punto di vista climatico ed economicamente sostenibile.
Da questo punto di vista, l’associazione auspica l’abolizione del divieto di costruire nuove centrali nucleari deciso dal popolo svizzero nel 2017 e un accordo sull’elettricità con l’Unione Europea.
Anche Economiesuisse auspica una intesa con Bruxelles. Più in generale, per l’organizzazione mantello dell’economia svizzera il problema dell’approvvigionamento “è lungi dall’essere risolto e gli ambienti economici chiedono nuovi impulsi nel settore della politica energetica”. Questo vale in particolare per le grandi centrali elettriche, comprese quelle nucleari, si legge in una nota.
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