La FINMA striglia gli assicuratori per irregolarità nelle complementari
Il sistema tariffario manca di trasparenza.
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Gli assicuratori malattia attivi nel campo delle complementari hanno compiuto importanti passi avanti in materia di trasparenza e fatturazione eccessiva, ma continuano a sussistere irregolarità anche gravi: lo constata la FINMA.
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Nel 2020 l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA aveva constato che le fatture emesse nell’ambito delle assicurazioni complementari non erano chiare e che venivano richiesti importi eccessivi, ricordano i funzionari bernesi in un comunicato Collegamento esternodiffuso giovedì. Nel frattempo sono stati compiuti “notevoli progressi”, che stando alla FINMA hanno permesso di stabilizzare i prezzi e i premi negli ultimi anni.
Restano però ancora irregolarità. Numerosi contratti con fornitori di prestazioni non soddisfano ancora i requisiti, in particolare in riferimento alla corretta distinzione delle prestazioni supplementari rispetto all’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie e all’osservanza dei prezzi di riferimento calcolati dagli assicuratori.
“Le ultime conoscenze emerse, ad esempio dai controlli in loco, mostrano che molti prezzi di mercato si collocano ancora decisamente al di sopra dei prezzi di riferimento interni”, spiega la FINMA. “Colpisce in particolare il livello in parte ancora eccessivo degli onorari dei medici, che nelle negoziazioni erano spesso stati calcolati con neutralità dei costi rispetto ai modelli precedenti”. Un altro problema è che alcune prestazioni mediche vengono ancora conteggiate due volte, sia attraverso l’assicurazione di base che nella complementare.
Differenze di costi inspiegabili
Inoltre l’autorità ha constatato marcate differenze tra i costi conteggiati dei vari fornitori di prestazioni, che non sono sempre spiegabili: in alcuni casi gli assicuratori hanno stipulato con gli ospedali contratti per prezzi che vanno ben oltre i valori di riferimento giustificabili. Per esempio da un controllo in loco è emerso che un assicuratore aveva calcolato un prezzo di riferimento di 191 franchi sulla base di un modello di valutazione proprio per prestazioni alberghiere a notte nel reparto semi-privato di un ospedale; la società si era poi accordata con il nosocomio per un prezzo di 855 franchi.
Il termine per l’attuazione delle disposizioni quadro settoriali dell’Associazione svizzera d’assicurazioni (ASA) è scaduto a fine 2024, “ma alcuni problemi fondamentali restano irrisolti e la necessità di intervento rimane urgente anche oltre il 2024”, prosegue la FINMA. L’autorità si aspetta che vengano eliminate le “gravi irregolarità”: se queste dovessero persistere, ad esempio sia in termini di attuazione temporale che di persistenti disallineamenti tra il prezzo di riferimento e il prezzo contrattualmente pattuito per le prestazioni supplementari, “la FINMA si vedrà costretta a ordinare misure più drastiche e ad ampio raggio nei confronti degli assicuratori interessati”. Vengono infine promessi anche per il 2025 controlli in loco presso le società in questione.
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