La settimana in Svizzera
Mentre 1 svizzero su 4 si dichiara senza religione, il Canton Ticino si difende dai titoli di studio ottenuti nei "diplomifici" italiani. Emerge la storia di un tecnico che ha falsato i risultati dei test di sicurezza in una centrale nucleare, ma anche quella di una giovane che può curarsi grazie al crowdfunding. Brutte notizie invece per la parità salariale.
Il riassunto della settimana comincia dallo scorso weekend, che ha segnato il ritorno a Saignelégier, nel Giura, di una manifestazione nata nel 1973. Allora, fu la prima del suo genere in Europa.
La sicurezza, non solo informatica, è stato uno dei temi ricorrenti della settimana. Non sempre con buone notizie: "123456" continua ad essere una password molto diffusa.
Intanto, una zurighese affetta da una malattia cara da curare, è riuscita a raccogliere i fondi con una campagna senza precedenti: in 3 settimane, 600'000 franchi.
Alla fine si è appurato che sono una trentina, gli studenti che hanno ottenuto la maturità in un "diplomificio" di Pomigliano d'Arco e ora frequentano l'università in Ticino. La magistratura ha aperto un incarto, mentre il Dipartimento dell'educazione è corso ai ripari.
Nel suo indice pubblicato martedì, Transparency International indica che la Svizzera è il terzo paese più virtuoso in fatto di corruzione nel settore pubblico. Ma ha "gravi lacune" nel privato.
A destare preoccupazione è stato però un "grave errore umano" in una centrale nucleare, per quanto i responsabili assicurino che la popolazione non è mai stata in pericolo. Un dipendente ha abusato del "copia-incolla".
Mentre la settimana volge al termine, si apprende che a parità di lavoro, nella stessa posizione e con la stessa formazione, nel settore privato elvetico nel 2016 le donne hanno guadagnato 657 franchi in meno dei colleghi uomini. Differenza grave e ingiustificata.
Fa passi indietro la parità salariale, arretra pure la spiritualità, perlomeno quella praticata in affiliazione a una chiesa o a una comunità o codificata in una dottrina. Le persone che si dichiarano senza appartenenza religiosa sono quasi triplicate dal 2000.
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