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Il rompicapo delle mance elettroniche

carta di credito in una mano
Anche quando si lascia una mancia spesso e volentieri non si usa più contante. KEYSTONE

Negli esercizi pubblici elvetici il pagamento senza contanti è ormai diventato la norma. Contrariamente a quanto accade in Italia, la mancia elettronica è molto diffusa. Ciò fa sì che questo compenso extra finisca sui libri contabili. Con tutte le conseguenze del caso per il personale.

L’imprenditore Manuel Wiesner, della società Familie Wiesner Gastronomie SA, si è trovato improvvisamente di fronte a un problema quando all’inizio di quest’anno ha abolito il contante nella sua catena di ristoranti: le mance sono apparse improvvisamente nella contabilità. Ha chiesto consiglio ai suoi legali e ha scritto alle autorità. Ben presto si è reso conto che, per poter contabilizzare correttamente le mance e rispettare la legge, doveva trattarle come se fossero una componente salariale.

Ciò ha avuto tre conseguenze principali:

  • Le mance compaiono nella dichiarazione dei redditi del o della dipendente e devono quindi essere tassate (in Svizzera le imposte non sono generalmente prelevate direttamente sulla busta paga, per saperne di più potete consultare questo articolo).
  • Il personale deve pagare i contributi sociali, ad esempio il 5,3% che viene detratto dal reddito mensile per l’Assicurazione vecchiaia e superstiti, sulle mance ricevute.
  • Lo stesso vale per il datore di lavoro, che paga a sua volta una quota per i contributi sociali.

Per i 31 ristoranti del gruppo, che impiegano circa 1’000 persone, ciò significa versare circa mezzo milione di franchi all’anno in più di contributi sociali. “Certo, mezzo milione è un sacco di soldi”, afferma Manuel Wiesner. Tuttavia, ciò permette di assicurare meglio il personale e “allora va bene così”.

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Oltre un miliardo di franchi all’anno

Sebbene i ristoranti svizzeri abbiano ufficialmente abolito la mancia 50 anni fa e da allora la includano nel servizio, secondo una valutazione dello Swiss Payment Monitor effettuata dalle università di San Gallo e di scienze applicate di Zurigo, la clientela aggiunge al conto circa l’8,5% di mancia. Estrapolando, ciò equivale a oltre un miliardo di franchi all’anno.

Fino al recente passato la stragrande maggioranza di questa somma rappresentava un’entrata in nero. Con la generalizzazione dei pagamenti tramite POS nascondere queste somme è impossibile.

Da qualche mese, diversi ristoranti in Svizzera hanno introdotto un nuovo sistema per lasciare la mancia quando si paga elettronicamente.

Sul POS appare un’opzione che permette di aggiungere direttamente all’importo del conto una mancia di uno, due, cinque franchi o un importo a scelta. Il cliente può anche selezionare l’opzione “no, grazie”.

Secondo Marcel Stadelmann, economista comportamentale dell’Università di scienze applicate di Zurigo, questa pratica è un modo per incoraggiare la clientela a lasciare la mancia, o addirittura per spingerla a scucire una cifra più generosa di quella che avrebbe voluto inizialmente: “Le ricerche sull’economia comportamentale hanno dimostrato che se le percentuali sono stabilite in modo astuto, questo può avere un’influenza. Le persone spesso scelgono l’opzione intermedia o, se sono molto soddisfatte, quella più alta”, ha dichiarato alla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTSCollegamento esterno.

L’esercente Manuel Wiesner rispetta la legge, afferma Thomas Geiser, professore emerito di diritto del lavoro all’Università di San Gallo, perché “la pratica attuale è di fatto illegale. Si è sviluppata perché si presumeva che venissero pagate poche mance. Ma in realtà non è così. Le mance sono frequenti”.

Questo spiega l’inattività delle autorità e, naturalmente, il fatto che le mance, finché venivano pagate in contanti, passavano più o meno sottobanco. Non comparivano in nessun conto e l’ammontare esatto era sconosciuto.

Rischio controlli

Gli e le esercenti che continuano a ignorare le mance nei loro libri contabili nonostante i pagamenti elettronici, come hanno fatto in passato, rischiano di dover passare alla cassa in caso di ispezioni, spiega il professore di diritto del lavoro Thomas Geiser. Dovranno pagare sia la loro quota di contributi sociali sia quella del loro personale, ovvero oltre il 10% del reddito, e questo retroattivamente per un massimo di cinque anni.

Interpellata dalla Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca SRF, l’associazione di categoria Gastrosuisse non ha voluto commentare. Tuttavia, la federazione dell’albergheria e della ristorazione svizzera ha sempre sostenuto che le mance non sono da considerare come una componente salariale.

La legge però parla chiaro: “Sono imponibili tutti i proventi di un’attività dipendente […] compresi i proventi accessori, quali indennità per prestazioni straordinarie, provvigioni, assegni, premi per anzianità di servizio, gratificazioni, mance”, recita ad esempio l’articolo 17 capoverso 1 della Legge sull’imposta federale diretta.

Nel reddito determinante per il calcolo dei contributi socialiCollegamento esterno, le mance sono considerate “qualora costituiscano un elemento importante dello stipendio”. La regola generale è almeno il 10% del salario. Tuttavia, questo limite può essere rapidamente superato, soprattutto in un settore a bassi salari come quello della ristorazione. Secondo alcuni esperti del settore, nelle aree urbane le mance possono rappresentare fino al 30% della paga.

Il 10% è il limite che applica anche Manuel Wiesner quando si tratta di dichiarare nel conteggio dello stipendio le mance. Un limite che può essere facilmente superato: nei suoi ristoranti – ha recentemente dichiarato alla NZZ am Sonntag – può capitare che un dipendente con un salario mensile riceva altri 1’500 franchi di mance.

Traduzione e adattamento di Daniele Mariani

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