Primo trimestre sotto le attese quello chiuso da UBS con un utile netto di 1.03 miliardi di dollari. I mercati castigano immediatamente i titoli della banca (flessione del 4%) mentre il CEO Sergio Ermotti ha espresso grande fiducia nell'imminente acquisizione di Credit Suisse.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Nello stesso periodo dello scorso anno UBS aveva chiuso i conti con un utile netto di 2,14 miliardi di dollari (va detto che il 2022 è stato un anno eccezionale, il migliore dal 2007). La banca, in una nota, ha così spiegato che il calo della redditività è dovuto in particolare alla creazione di nuove riserve per controversie legali negli Stati Uniti per 665 milioni.
Da notare come nel periodo in esame, l’afflusso di capitali nella gestione patrimoniale è stato pari a 28 miliardi di dollari, di cui 7 dopo l’annunciata acquisizione di Credit Suisse il 19 marzo. Questo significa che i fondi fuggiti da Credit Suisse (61,2 miliardi di franchi nel primo trimestre) non sono affluiti in UBS. Comunque, alla fine dello scorso mese di marzo i patrimoni in gestione ammontavano complessivamente a 4’160 miliardi di dollari, a fronte di 3’957 a fine 2022.
La borsa ha accolto in modo negativo i risultati trimestrali: in apertura l’azione della banca è arrivata a perdere il 5%, per poi stabilizzarsi intorno a una flessione di circa il 4%, con il titolo scambiato a circa 17,50 franchi.
Ermotti e l’acquisizione di Credit Suisse
Sempre oggi il presidente della direzione Sergio Ermotti ha nuovamente espresso grande fiducia nell’imminente acquisizione di Credit Suisse. Oggi la banca è più forte che mai, ha detto Ermotti che ha aggiunto che “la fusione rappresenta un’enorme opportunità per creare un valore significativo a lungo termine per gli azionisti e per la piazza finanziaria svizzera”.
Ermotti ha poi sottolineato che la concorrenza sul mercato bancario svizzero sarà sufficiente anche dopo la fusione con Credit Suisse, grazie alle diverse banche cantonali e alle tante filiali di Raiffeisen.
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