Gli attivisti fermano il traffico fluviale sul Reno
Gli attivisti criticano il fatto che i combustibili fossili possano attraversare "facilmente" le frontiere, ma i rifugiati no.
Keystone / Laurent Merlet
Dopo il Festival di Locarno è il turno della navigazione sul Reno. Il traffico fluviale è stato bloccato venerdì mattina a Basilea a causa di un'azione di protesta degli attivisti per il clima: la polizia basilese ha interrotto il transito delle imbarcazioni per evitare ferimenti.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Sono circa dieci gli attivisti che hanno partecipato all’azione a partire dalle 6 di mattina. Sei persone si sono calate dal “Dreirosenbrücke”, l’ultimo ponte svizzero sul Reno, ed hanno attaccato due striscioni, uno con la scritta “Libertà di movimento per le persone invece che per le petroliere” e l’altro raffigurante un segnale di stop.
Originariamente era previsto che diverse persone si calassero dalla struttura mentre altre nuotavano nell’acqua del fiume.
L’azione si svolge nell’ambito del “No Borders Klimacamp”, un evento di protesta che è in corso sulla Voltamatte di Basilea dalla scorsa settimana. Tra le varie rivendicazioni, gli attivisti chiedono “la fine della criminalizzazione della migrazione e la creazione di percorsi di fuga sicuri” e criticano il fatto che i combustibili fossili possano attraversare “facilmente” le frontiere, ma i rifugiati no.
Tramite il loro intervento, gli attivisti vogliono attirare l’attenzione sul legame tra crisi climatica e migrazione, nonché impedire l’attracco e lo scarico delle navi da trasporto nei porti del Reno, che gestiscono circa un terzo del petrolio importato in Svizzera.
Come ha spiegato il portavoce della polizia cantonale basilese, sono interessate alla chiusura circa una dozzina di navi. Ha poi aggiunto che le forze dell’ordine continueranno a monitorare la situazione e che sono in contatto con gli attivisti climatici. “Speriamo di raggiungere un accordo”, ha detto il portavoce, e “bisogna assicurarsi che nessuno si faccia male”.
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