L'obiettivo è fare pressione per aumentare i prezzi alla produzione, ma anche quello di rendere note le difficoltà del settore.
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tvsvizzera.it/MaMi/Keystone-ATS
Un SOS scritto con trattori radunati in campi: così gli agricoltori e le agricoltrici hanno lanciato questa sera, simultaneamente, soprattutto nella Svizzera romanda, un grido d’allarme. Il prezzo del latte è stata la tematica di questa nuova mobilitazione.
Raduni di trattori sono avvenuti in particolare a Echallens (canton Vaud), Boudevilliers (Neuchâtel), Perly-Certoux (Ginevra), Vallon (Friborgo), Vaulruz (Friborgo), Lussy (Friborgo), Saignelégier (Giura), Reconvilier (Berna). Ma anche in alcune località della Svizzera tedesca, come Gossau, dove è stata scattata la fotografia qui sopra, ma mobilitazioni nel territorio germanofono sono previste soprattutto domani.
L’obiettivo è fare pressione per aumentare i prezzi alla produzione, ha indicato a Keystone-ATS Arnaud Rochat, agricoltore di Bavois (Vaud) e promotore del movimento “Révolte agricole Suisse” (Rivolta agricola Svizzera) attraverso un gruppo Facebook. “Ma lo scopo è anche che la gente ci veda e ci capisca meglio”, ha aggiunto.
Nei pressi di Echallens, sulla strada che porta a Goumoëns-la-Ville (nel canton Vaud), sono arrivati poco a poco circa 200 trattori in direzione di un campo per formare le tre lettere simboliche della richiesta di aiuto. Questa “rivolta agricola” è anche un modo per “dare speranza e garantire un avvenire sereno alla nuova giovane generazione di agricoltori che è motivata”, ha sottolineato Rochat.
Ogni mobilitazione ha la sua richiesta
La manifestazione di Vaud doveva essere la più emblematica della serata. Secondo Rochat, l’idea ora è di mobilitare gli agricoltori e le agricoltrici su richieste mirate. Questa sera al centro delle preoccupazioni c’era il prezzo del latte, in vista della seduta dell’Interprofessione Latte (IP Latte), prevista domani, in cui si tratterà di fissare il prezzo indicativo di tale alimento.
“Se il prezzo del latte è inferiore a quello dell’acqua c’è un problema”
“Lavoratori e lavoratrici chiedono di avere prezzi remunerativi a lungo termine affinché il nostro commercio sia redditizio. Vogliamo essere pagati per quello che produciamo, con prezzi che tengano conto dei nostri oneri. C’è un problema se il prezzo del latte è inferiore a quello dell’acqua in bottiglia”, afferma Rochat.
Dopo le proteste in Francia, Germania e altri Paesi europei, alla fine di gennaio la rivolta dei contadini e delle contadine si è estesa anche alla Svizzera. Da allora si sono svolte diverse manifestazioni collettive, solidali e pacifiche in tutto il Paese. Nel complesso, il mondo dell’agricoltura elvetica rivendica il suo diritto a una retribuzione più equa.
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