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Errori di calcolo alle federali, non c’è stata violazione dell’obbligo di diligenza

numerose mani maneggiano schede elettorali su un lungo tavolo
L'errore c'è stato, ma è stato un errore tecnico nei sistemi di programmazione. © Keystone / Alessandro Della Valle

L'Ufficio federale di statistica non ha violato l'obbligo di diligenza pubblicando risultati non corretti sui rapporti di forza tra i partiti nazionali alle recenti elezioni federali.

Si è conclusa l’inchiesta amministrativa commissionata dal capo del Dipartimento dell’interno (DFI) Alain Berset, riguardante la pubblicazione da parte dell’Ufficio federale di statistica (UST) di dati sbagliati in seguito alla chiusura delle urne in occasione delle elezioni federali tenutesi lo scorso 22 ottobre. Questa ha stabilito che non c’è stata nessuna violazione dell’obbligo di diligenza da parte dell’UST e che l’errore è stato causato da una falla dei sistemi di programmazione.

Il giorno dell’appuntamento elettorale, dopo che tutti i Cantoni erano stati scrutinati, l’UST aveva pubblicato i risultati cantonali aggregati e i dati sulle forze partitiche nazionali sotto forma di statistiche. Dati poi risultati essere errati. I risultati erano stati corretti tre giorni dopo, il 25 ottobre 2023. Con i valori rettificati, il partito liberale-radicale (PLR, destra) è risultato essere al terzo posto (14,3% dei suffragi), prima dell’Alleanza del Centro (14,1%), contrariamente a quanto era stato reso noto la domenica delle elezioni; ossia Centro al 14,6% e PLR al 14,4%. Il primo posto è rimasto saldamente in mano all’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), che si è aggiudicato il 27,9% dei voti (dato del 22 ottobre: 28,6%) e il secondo al Partito socialista (PS, sinistra) con il 18,3% delle preferenze (dato del 22 ottobre: 18,0%).

Inesattezze erano state riscontrate anche nella forza attribuita agli altri partiti. Con i dati corretti i Verdi hanno ottenuto il 9,8% dei voti (9,4% il 22 ottobre) e i Verdi liberali (PVL) il 7,6% (7,2% il 22 ottobre).

+ Conteggio sbagliato, i liberali radicali restano percentualmente la terza forza in Svizzera

Errore di programmazione

Il rapporto conferma che l’errore di calcolo è dovuto a un errore di programmazione in uno script d’importazione, a seguito del quale in tre Cantoni (Appenzello Interno, Appenzello Esterno e Glarona) i voti sono stati conteggiati più di una volta, precisa una nota governativa diffusa venerdì. Alle recenti elezioni federali, i Cantoni hanno applicato 13 diversi standard di dati. Per ciascuno di essi, l’UST ha dovuto sviluppare un apposito script d’importazione. Il rapporto stabilisce inoltre che l’errore di calcolo non ha invalidato né i risultati cantonali e comunali delle elezioni, né la ripartizione dei seggi e dei candidati eletti.

L’inchiesta amministrativa giunge peraltro alla conclusione che l’assicurazione e il controllo della qualità sono sostanzialmente stati garantiti, ma in alcuni casi non sono stati efficaci. Il rapporto evidenzia anche che le risorse umane nella sezione interessata non erano sufficienti e che sarebbe stato necessario più personale di controllo. Maggiori risorse avrebbero consentito di effettuare test più approfonditi prima della domenica elettorale e controlli più rapidi in seguito. Il rapporto non ravvisa alcuna manifesta violazione dell’obbligo di diligenza e nemmeno violazioni dei doveri di servizio o di obblighi contrattuali.

Diverse misure raccomandate

L’inchiesta amministrativa si conclude con una serie di raccomandazioni per ottimizzare i processi e le procedure al fine di prevenire errori in futuro. Una delle misure riguarda la fornitura dei dati cantonali, che dovrà essere standardizzata. L’UST dovrà inoltre rivedere e adeguare di conseguenza l’organizzazione del personale nella sezione interessata e rivalutare le soluzioni tecniche utilizzate. Il DFI ha incaricato l’UST di esaminare in che modo attuare queste raccomandazioni. L’obiettivo è evitare di ripetere quello che è stato il più grosso errore dagli anni Novanta, come ha riconosciuto il direttore dell’UST Georges-Simon Ulrich davanti ai media a Berna.

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