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E se i banchieri fossero costretti a rimborsare i bonus?

persona davanti a entrata di una banca
Malgrado il tracollo, molti manager di Credit Suisse hanno intascato bonus consistenti. Keystone / Steffen Schmidt

Marlene Amstad, presidente dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma), ha dichiarato alla Schweiz am Wochenende di essere aperta all'idea di un regolamento che imponga ai banchieri di rimborsare i bonus.

“La questione è sul tavolo e deve essere discussa ora”, ha specificato la Amstad, sottolineando però che la Finma non può arrogarsi questa competenza, ma che spetta al parlamento fare il primo passo.

L’economista, alla guida dell’autorità di regolamentazione finanziaria dal 2021, ha anche suggerito che i bonus e le altre remunerazioni variabili dovrebbero essere più strettamente legate ai risultati commerciali delle banche e alla loro capacità di gestire il rischio a lungo termine.

+ Chi è responsabile del dissesto di Credit Suisse?

Amstad ha poi deplorato il fatto che la legge vieti alla Finma di comunicare molte delle misure adottate, rendendole così invisibili al grande pubblico. “Abbiamo i denti e li usiamo, ma dovremmo anche essere in grado di mostrarli”, ha aggiunto, sottolineando che la Svizzera è un’eccezione in questo senso a livello internazionale.

Frattanto, come chiesto da più parti, politici e rappresentanti del settore bancario sono al lavoro per attribuire alla Finma più mezzi per agire, specie alla luce del tracollo di Credit Suisse e del salvataggio operato grazie all’acquisizione da parte di UBS. L’auspicio è di evitare crisi future.

Fra le competenze che la Finma vorrebbe volersi attribuire figura la possibilità di imporre multe e l’introduzione a livello normativo di un regime speciale per manager e consigli di amministrazione affinché in futuro la responsabilità dei dirigenti di alto livello sia definita in modo più ampio.

La Finma non ha mancato di criticare la politica dei bonus in seno al Credit Suisse in un rapporto pubblicato dopo l’acquisizione. L’autorità di vigilanza ha osservato che i dirigenti avevano beneficiato di remunerazioni elevate anche negli anni di magra per l’istituto. Gli “obiettivi non finanziari”, come il comportamento dei dirigenti, non hanno svolto alcun ruolo nel calcolo dei bonus finché i manager facevano guadagnare la banca.

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