La domanda di auto elettriche è in calo anche in Svizzera
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Gli obiettivi climatici fissati dal Consiglio federale per il settore automobilistico elvetico - zero emissioni di gas serra entro il 2050 - sembrano vacillare: la domanda di auto elettriche è infatti in calo. Gli importatori chiedono misure politiche, mentre nel frattempo sperano in modelli più economici.
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Un’auto elettrica può avere molti vantaggi, ricorda l’agenzia AWP in un approfondimento sul tema pubblicato mercoledì. Ha solo costi di elettricità invece che di benzina, nessuna emissione diretta di CO2, minori oneri di manutenzione. Malgrado ciò molte persone sono ancora riluttanti ad acquistarne una: pesano il prezzo elevato di un veicolo nuovo, la mancanza di opzioni di ricarica e il valore di rivendita piuttosto basso.
Fino a qualche tempo fa la tecnologia in questione sembrava non rallentare la sua espansione. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2014 circa il 98% delle autovetture in circolazione era ancora costituito da veicoli a benzina o diesel, mentre nel 2023 la percentuale era di poco superiore all’88%. Del restante 12% però solo poco più del 3% è costituito da auto puramente elettriche: mentre il resto è costituito da vetture ibride.
Ibride aumentano
Queste ultime sono riuscite ad aumentare la loro presenza anche quest’anno; per contro le vendite di veicoli puramente elettrici è in forte calo. La quota di mercato dei veicoli di nuova immatricolazione con i cosiddetti sistemi di propulsione alternativi, composta da auto elettriche e ibride, si è attestata al 41,3% in Svizzera nel periodo gennaio-settembre. I veicoli completamente elettrici hanno però raggiunto solo una quota del 18,7%, in calo di 9,5 punti rispetto allo stesso periodo del 2023.
Non si tratta di un fenomeno unicamente elvetico: anche in altri paesi europei si osservano le stesse dinamiche, a volte attribuibili al venir meno di incentivi. Ad esempio in Germania fra gennaio e agosto sono state immatricolate 242’000 e-car, un dato in contrazione del 32% su base annua.
È colpa della politica?
Secondo l’associazione degli importatori Auto-Svizzera il crollo delle vendite è dovuto principalmente al mondo politico, che non migliora le condizioni quadro. Il fatto che le cifre siano in ritardo rispetto alla tabella di marcia non è dovuto alla mancanza di veicoli in offerta, ma piuttosto al fatto che l’elettromobilità è ancora oggi troppo complicata.
“Dove posso ricaricare, quanto costa l’energia, qual è l’app giusta?”: sono solo tre delle 100 domande che preoccupano i potenziali acquirenti di auto elettriche, ha affermato il direttore dell’organizzazione Thomas Rücker nel suo discorso alla conferenza stampa annuale di inizio luglio.
Secondo gli importatori la fiducia nella svolta della mobilità con le auto elettriche non è invece di per sé scemata. “Non c’è semplicemente nessuna alternativa che si avvicini alla trazione elettrica”, sostiene Helmut Ruhl, CEO del colosso Amag. Anche se attualmente c’è “molta incertezza nel sistema” l’azienda si attiene alla sua strategia di puntare tutto sull’elettrico.
Contattato dall’AWP, il manager sottolinea che, oltre a una fornitura di energia elettrica sicura e conveniente nonché a sufficienti opzioni di ricarica, sono necessari anche veicoli “a prezzo abbordabile”. A suo avviso le cifre delle immatricolazioni dovrebbero aumentare grazie ai numerosi nuovi modelli.
“Le auto più piccole e più economiche stanno arrivando sul mercato a un ritmo rapido”, argomenta l’esperto. Volkswagen, ad esempio, porterà una e-car per “molto meno di 30’000 franchi” a partire dal 2026. Finora le differenze di prezzo tra le versioni elettriche e a benzina delle vetture più economiche sono nette, mentre lo scarto è generalmente minore per i veicoli più costosi.
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Secondo il numero uno di Amag c’è quindi ancora molto lavoro da fare. In generale, però, a suo dire resta vero che “il modo più rapido ed economico per raggiungere gli obiettivi climatici è l’elettrificazione della mobilità”.
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