Da simbolo del Ticino a ospite scomodo, addio alla palma di Fortune
Diffuse in Ticino dagli Anni ’50, le palme si sono trasformate in una minaccia dell’ecosistema.
Keystone / Gaetan Bally
Sono una trentina le piante che dal 1° settembre verranno bandite dalla Svizzera perché invasive.
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Keystone-ATS
Dal 1° settembre 2024 una trentina di piante non autoctone invasive saranno bandite dalla Svizzera. Tra queste figurano essenze molto note, come la “palma di Fortune”Collegamento esterno (Trachycarpus fortunei), il lauroceraso e la buddleja davidii. Sarà proibita la loro vendita, importazione o regalo.
Gli esemplari già presenti nei giardini non rientrano nel campo di applicazione del divieto e non dovranno quindi essere sradicati. La “palma di Fortune, in particolare, originaria dell’Asia, è onnipresente nei giardini ticinesi.
L’approfondimento sulle palme ticinesi di Falò:
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Si tratta di piante introdotte di recente in Svizzera, in molti casi a scopo decorativo in parchi e giardini. Mentre alcune specie prima o poi scompaiono, altre riescono a insediarsi e a causare danni ecologici, fino a mettere in pericolo gli organismi autoctoni.
Vengono quindi considerate invasive. Questo fenomeno non solo riduce la diversità vegetale, ma ha conseguenze anche per esempio sugli insetti, come le farfalle o le api, che vengono privati del loro habitat o del loro cibo.
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In Svizzera sono presenti circa 1’300 specie esotiche, animali, vegetali e fungine. Circa 200 di queste, di cui quasi 90 piante, sono invasive. I danni che causano sono considerevoli. Uno studio pubblicato lo scorso anno sulla rivista specializzata Environmental Sciences Europe, li ha stimati in 26 miliardi di euro nella sola Europa.
A fare particolarmente discutere, anche per la valenza simbolica che ha assunto nel corso del tempo, è la già citata palma di Fortune, nota a nord delle Alpi come “palma ticinese”, originaria in realtà della Cina e introdotta in Europa nel 1844. A partire dagli anni ’80 del secolo scorso, assieme al lauroceraso, ha cominciato a germogliare al di fuori dei giardini, invadendo sempre più i boschi situati a basse quote.
Secondo studi dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, ciò aumenta il rischio di incendi boschivi, indebolisce la funzione protettiva contro i pericoli naturali e danneggia la biodiversità.
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