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Da Bellinzona parte la protesta dei lavoratori del settore dell’edilizia

persone manifestano
Il settore dell'edilizia è in fermento in tutta la Svizzera. Keystone / Elia Bianchi

Circa 2'500 lavoratori dell’edilizia sono scesi in piazza lunedì a Bellinzona per chiedere migliori condizioni di lavoro e per protestare contro l’interruzione delle trattative con la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) per il rinnovo della convenzione collettiva del settore. È la prima di una serie di azioni di protesta previste in tutta la Svizzera.

La maggior parte dei cantieri ticinesi è rimasta chiusa lunedì per la giornata cantonale di mobilitazione. Nella capitale cantonale sono sfilati circa 2’500 lavoratori, stando alle cifre comunicate dai sindacati.

“I lavoratori chiedono condizioni di lavoro dignitose, sicurezza per la salute e la vita, e una modifica degli orari di lavoro”, hanno dichiarato i partecipanti all’assemblea. I sindacati puntano a una riduzione delle ore passate sui cantieri, sostenendo che 8 ore al giorno siano sufficienti. Gli imprenditori, invece, non intendono modificare la media attuale di 40,5 ore settimanali, pari a 8,1 ore al giorno.

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Gli imprenditori vogliono un settore flessibile

Per la SSIC, il settore deve essere flessibile e i cantieri devono potersi adattare anche in caso di maltempo. In caso di interruzione dei lavori per condizioni meteorologiche avverse, i dipendenti dovrebbero essere disponibili anche il sabato, senza supplemento salariale, hanno ricordato i sindacati. Una richiesta inaccettabile per il personale edile, che chiede inoltre che il tempo di spostamento dall’azienda al cantiere venga retribuito e che venga riconosciuta un’indennità per la pausa mattutina.

Queste condizioni poste dai sindacati sono state respinte in blocco dalla SSIC, che chiede una nuova convenzione nazionale, ritenendo quella attuale troppo complicata. Per UNIA e OCST, la convenzione nazionale non è in discussione e deve costituire la base per le trattative.

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operaio al lavoro su un tetto al tramonto

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Non c’è accordo sul contratto, i lavoratori edili svizzeri votano per lo sciopero

Questo contenuto è stato pubblicato al Malgrado diversi round di trattative sul nuovo Contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia, non si intravvede alcun accordo. Quasi il 90% dei lavoratori si è quindi espresso in favore di misure di sciopero, informano oggi i sindacati.

Di più Non c’è accordo sul contratto, i lavoratori edili svizzeri votano per lo sciopero

Risoluzione approvata per acclamazione

Al termine dell’assemblea, è stata approvata per acclamazione una risoluzione che chiede la riduzione dell’orario settimanale di lavoro, il rimborso degli spostamenti, l’indicizzazione dei salari al rincaro. Le proposte avanzate dalla SSIC, come il lavoro il sabato, la settimana di 50 ore o l’abolizione della protezione contro i licenziamenti, sono state respinte.

Infine, dopo un pranzo comune, sfidando la giornata piovosa, i partecipanti allo sciopero, muniti di striscioni e bandiere, si sono diretti in corteo verso il centro città. Si sono fermati, in segno di protesta, davanti alla sede della sezione ticinese della SSIC.

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