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Gli Stati non vogliono uno stop immediato ai finanziamenti dell’UNRWA

cupola palazzo federale berna con bandiera svizzera che sventola
Keystone-SDA

La Svizzera non deve cessare immediatamente i finanziamenti all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA).

La Camera alta del Parlamento elvetico – il Consiglio degli Stati – ha stabilito martedì, respingendo per 25 voti contro 19 una mozione depositata dal consigliere nazionale David Züberbühler (UDC, destra conservatrice) e accolta dalla Camera bassa a settembre, che la Svizzera non deve cessare immediatamente i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA).

Con questa decisione, l’atto parlamentare è stato così definitivamente liquidato. Al contempo, però, i “senatori” hanno approvato con 24 voti favorevoli e 20 contrari – allineandosi al parere del Nazionale – una mozione parallela “Per una riforma dell’aiuto ai rifugiati palestinesi”, che chiede al Consiglio federale di esercitare pressione in seno alla comunità internazionale affinché si trovi una soluzione alternativa all’UNRWA.

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Nel corso del lungo e acceso dibattito, i favorevoli alla mozione hanno rievocato i legami diretti dell’agenzia con gli attacchi terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre 2023 contro lo Stato ebraico. Mentre i contrari hanno ribadito il ruolo umanitario imprescindibile che la Confederazione svolge all’estero.

“L’UNRWA è infiltrata da simpatizzanti di Hamas. Oggi le sue scuole non stanno formando la nuova generazione di medici, artigiani e insegnanti, bensì la prossima generazione di terroristi e loro sostenitori”, ha dichiarato Hannes Germann (UDC). “La Svizzera deve sostenere organizzazioni umanitarie trasparenti e per la regione può fare affidamento ad esempio sull’OMS o sull’UNICEF, che già operano in Medio Oriente”, ha affermato il democentrista.

“La Svizzera deve pretendere trasparenza ed esigere il rispetto dei principi fondamentali da chi riceve il nostro sostegno”, gli ha fatto eco il collega di partito Marco Chiesa (UDC/TI). Rapporti di ONG evidenziano che nelle sue scuole sostenute dall’UNRWA vengono usati materiali scolastici che glorificano il martirio, diffondono odio verso Israele e negano il diritto di legittimità dello Stato ebraico, ha tuonato Chiesa.

A favore della mozione si è espresso anche il socialista Daniel Jositsch (PS). “Vogliamo continuare a inviare i soldi dei contribuenti a un organo che impiega nelle scuole insegnanti che lodano i terroristi di Hamas come martiri e incitano alla violenza contro gli ebrei?” ha chiesto Jositsch, citando un rapporto del Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale. “Eppure la stessa ONU non fa nulla e resta a guardare”, ha deplorato lo zurighese.

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I “senatori” che si sono battuti per il mantenimento dei finanziamenti hanno invece evidenziato gli sforzi umanitari indispensabili dell’organizzazione. “In questo momento la collaborazione con l’agenzia è indispensabile per garantire l’aiuto umanitario urgente a Gaza”, ha sostenuto Isabelle Chassot (Centro). “In assenza di alternative valide, una cessazione immediata dei finanziamenti avrebbe conseguenze drammatiche per la popolazione civile”, ha aggiunto, citando a sua volta rapporti ufficiali dell’ONU. “Attualmente, non esiste un’organizzazione analoga in grado di sostenere la popolazione nei territori occupati”.

Franziska Roth (PS) ha ricordato al plenum i valori fondamentali che incorpora la Svizzera. “La Confederazione deve restare fedele alla Convenzione di Ginevra e non può permettersi di seguire l’esempio degli Stati Uniti e della Svezia, Nazioni che hanno deciso di sospendere il finanziamento verso l’organizzazione”. La Svizzera è sinonimo di “diritto internazionale, diritto umanitario e aiuto umanitario”, ha concluso Roth.

“L’UNRWA dispone di sufficienti risorse anche senza gli aiuti della Confederazione”, ha dal canto suo affermato Fabio Regazzi (Centro), puntualizzando che si tratta di una questione di valenza “prettamente simbolica”: “Nessuno vuole negare l’aiuto alla popolazione, il problema sta nell’organizzazione, che in questi anni ha dimostrato di essere poco affidabile. L’UNRWA è divenuta un soggetto dubbio e ho le mie perplessità nel mettere a disposizione di una simile associazione (…) i fondi dei contribuenti svizzeri”, ha dichiarato Regazzi.

Il Consiglio federale ha proposto di respingere il testo e quindi si è espresso a favore del mantenimento degli aiuti. A prendere la parola a nome dell’esecutivo è stato Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). “L’UNRWA non opera solo a Gaza e in Cisgiordania, ma anche in Giordania, Siria e Libano”. In assenza di una soluzione politica, “la sospensione definitiva dei servizi avrebbe probabilmente ulteriori effetti destabilizzanti nella regione”, ha ribadito il malcantonese. Allo stato attuale, “difficilmente i compiti svolti dall’UNRWA potrebbero essere assunti da un’altra agenzia o autorità”, ha concluso Cassis.

Sì a una soluzione alternativa

I senatori si sono chinati anche sulla mozione parallela “Per una riforma dell’aiuto ai rifugiati palestinesi”, approvandola come già fatto dal Consiglio nazionale.

“L’UNRWA è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1949 come organizzazione temporanea destinata a operare fino al raggiungimento di una soluzione a due Stati e una pace duratura, nonché alla creazione di uno Stato palestinese”, ha spiegato Matthias Michel (PLR, destra), a nome della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S).

L’agenzia “non ha un futuro a medio e lungo termine ed è giunto il momento di trovare una soluzione alternativa, ma restando tuttavia fedeli alla tradizione umanitaria della Svizzera”, ha dichiarato Michel. La commissione ha infine ricordato al plenum che la Confederazione non solo ospita le Nazioni Unite bensì anche numerose organizzazioni umanitarie.

La Svizzera dovrà quindi ora fare pressione sull’ONU per trovare una soluzione alternativa all’UNRWA. Il Consiglio federale dovrà, ad esempio, valutare la possibilità di far confluire gli aiuti palestinesi all’Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR).

A fine dibattito, il Consiglio degli Stati ha poi respinto una mozione del Nazionale, ritenuta ormai obsoleta, che chiedeva di riattribuire il contributo di base all’UNRWA per il 2024 all’aiuto umanitario di urgenza per la popolazione di Gaza.

I “senatori” non hanno dato seguito neppure all’iniziativa cantonale depositata da Ginevra “per un versamento senza indugio all’UNRWA”. Spetterà al Nazionale trattare il dossier.

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