Massacro di Rupperswil, confermato l’internamento ordinario
Per il pluriomicida di Rupperswil è stato confermato l’internamento ordinario, la misura accessoria alla condanna all’ergastolo emessa in primo grado dal tribunale distrettuale di Lenzburg (Canton Argovia) per i tragici fatti del dicembre 2015.
La corte cantonale, analogamente ai giudici di primo grado, ha rilevato che dalle due perizie psichiatriche indipendenti è risultato che il condannato non è “durevolmente refrattario alla terapia” e per questo motivo non sono adempiute le condizioni per l’internamento a vita.
Una lunga serie di capi d’imputazione
Il 35enne, che ha ottenuto una dispensa per disertare l’udienza odierna, non potrà comunque chiedere la libertà condizionale dopo 15 anni di detenzione come i semplici “ergastolani” e il suo stato psichiatrico sarà riesaminato tra una ventina d’anni, analisi che sarà successivamente ripetuta con cadenza quinquennale.
Il tribunale d’appello non era invece chiamato a pronunciarsi sulla condanna all’ergastolo – su cui non era stato interposto ricorso – inflitta lo scorso marzo dalla corte di Lenzburg che aveva riconosciuto l’imputato, reo confesso, colpevole di quattro assassini, ripetuta estorsione, sequestri di persona, atti sessuali con fanciullo, ripetuta coazione sessuale, incendio intenzionale, pornografia e atti preparatori di altri crimini.
Famiglia sterminata
L’uomo, un cittadino svizzero con tendenze pedofile conclamate, il 21 dicembre 2015 si era introdotto nella casa di una famiglia riunitasi in vista delle feste natalizie a Rupperswil e ha ucciso con coltellate alla gola una donna di 48 anni, i due figli di 13 e 19 anni e la fidanzata di quest’ultimo dopo averli tutti immobilizzati. Prima di concludere il suo disegno criminale con l’incendio dell’abitazione, il 35enne aveva mandato la madre a ritirare 11’000 franchi in banca e aveva abusato del figlio minorenne.
Le forze dell’ordine lo hanno catturato sei mesi dopo mentre stava progettato massacri analoghi ai danni di due famiglie nei cantoni di Soletta e Berna.
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