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Tracciamento dei contagi, al via l’app SwissCovid

La schermata dell app SwissCovid.
La schermata dell'app in uso da oggi in Svizzera per tracciare i contagi con l'ausilio delle moderne tecnologie. Keystone / Laurent Gillieron

Hanno preso avvio lunedì i primi test dell'app destinata a risalire alla catena dei potenziali contagi tra la popolazione nel caso in cui viene diagnosticato un caso di Covid-19.


I responsabili di SwissCovid hanno voluto ribadire in conferenza stampa a Berna che i dati raccolti non verranno utilizzati per monitorare gli spostamenti delle persone.

In proposito Kim Sang-II, capo delle tecniche digitali presso l’Ufficio federale della sanità pubblica, ha precisato che le informazioni resteranno confinate localmente sullo smartphone e non verranno registrate da strutture centrali.

Ma tra la gente, nonostante le rassicurazioni dei responsabili, resta vivo il timore che l’istallazione dell’app nel proprio telefonino, come indica un’inchiesta demoscopica promossa in rete dalla società Sotomo, possa essere imposta in alcune specifiche situazioni, come ad esempio sul luogo di lavoro o nei locali pubblici.

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Dal sondaggio online eseguito tra il 29 e 30 aprile emerge però che la maggioranza degli svizzeri (il 59%) si è detta pronta a scaricare l’applicazione, soprattutto per proteggere il prossimo, in particolare amici e familiari, da un eventuale contagio.

Sul tema Marcel Salathé, che presiede il gruppo di esperti “Digital epidemiology”, ha osservato che “le prossime settimane ci serviranno per capire se l’app SwissCovid, che si basa su un protocollo elaborato da Google e Apple, funziona”. La Svizzera, ha continuato, è il primo paese ad utilizzare il sistema sviluppato da queste due importanti società e il progetto sperimentato nella Confederazione è seguito con interesse da numerosi paesi.

Ma l’applicazione, ha voluto precisare il delegato Covid-19 dell’Ufficio federale della sanità pubblica Daniel Koch, non deve sostituire le tradizionali tecniche di tracciabilità delle infezioni che, con l’attuale evoluzione positiva della pandemia, possono effettuare anche i cantoni. Detto altrimenti, le persone che manifestano sintomi influenzali, ha continuato Daniel Koch, devono sottoporsi al test del tampone e riferire alle autorità sanitarie luoghi e persone visitate negli ultimi giorni.

Per il dirigente federale vi sono ancora progressi da fare in questo ambito. Per questo raccomanda la comunicazione dei dati personali nei ristoranti per risalire agli eventuali contagi tra avventori e critica i deprecabili episodi avvenuto a Ginevra e Losanna, in cui si sono tenute partite di calcio illegali che hanno attirato centinaia di spettatori.

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