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L’app della Lombardia che monitora la salute dei frontalieri

Il valico doganale di Chiasso
Presto ritornerà la coda a Chiasso per il rientro dei lavoratori frontalieri: in Lombardia si teme un contagio di ritorno. © Keystone / Gaetan Bally

Un’app per smartphone permette di mappare i movimenti dei frontalieri lombardi, senza tracciarli, nel totale anonimato. Con domande mirate sulla salute si può capire se questi lavoratori siano a rischio di contagio. Un dato fondamentale considerato che la maggior parte dei frontalieri, al più tardi l’11 maggio, ritornerà a lavorare in Ticino. E c’è chi ha paura del contagio di ritorno.

Ora che la Svizzera ha elaborato e pubblicato le diverse tappe verso la completa riapertura del paese (vedi riquadro in basso a destra), la maggior parte dei quasi 70’000 frontalieri attivi in Ticino prima della crisi, tornerà gradualmente alla propria occupazione. La paura maggiore per i lavoratori italiani è quella del contagio di ritorno. Infatti, le province di Como e Varese – da dove proviene la maggior parte dei frontalieri – sono tra le meno toccate dal virus in Lombardia (anche se negli ultimi giorni i contagi in queste due province stanno aumentando), mentre i numeri ticinesi (parliamo sempre di contagi) sono molto più simili a quelli di Bergamo e Brescia (tra le province più toccate in Lombardia), come si vede in questo grafico.

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Nei giorni scorsi sindacati e amministratori locali italiani si sono detti preoccupati per il ritorno dei lavoratori frontalieri in Ticino. Secondo loro, si allargherà il divario tra Italia (più rigida) e Svizzera (più permissiva) in merito agli standard di sicurezza legati alla salute e l’allentamento delle misure di protezione rischia di provocare una nuova ondata di infezioni che potrebbe essere veicolata in Italia proprio dai lavoratori frontalieri. Il contagio di ritorno appunto.

L’app AllertaLom vuole comprendere le dinamiche di chi si muove per lavoro e conoscere il suo stato di salute.

L’accusa non troppo velata è che in alcuni specifici ambiti l’incolumità dei lavoratori in Svizzera non sia sufficientemente tutelata e la riapertura delle attività finirebbe per aggravare la situazione.

Capire i movimenti dei frontalieri per tutelare la loro salute diventa un dato importante. E per far questo, viene in aiuto un’applicazione per smartphone ideata dalla Regione Lombardia. Si chiama “AllertaLomCollegamento esterno” e sebbene non sia stata ideata solo per frontalieri, bensì per tutti i lombardi, può essere molto utile.

Il calendario delle riaperture in un grafico.
Kai Reusser / swissinfo.ch

“Lo scopo generale di questa applicazione – racconta Fabrizio Sala, vice presidente della regione Lombardia – è quantificare con precisione la diffusione del Covid-19 sul territorio lombardo e creare una mappa del rischio di contagio”.

Questo nel totale rispetto della privacy. “Le informazioni raccolte – aggiunge Sala – vengono analizzate in forma aggregata e anonima unicamente per finalità statistiche. I dati inoltre sono conservati su un server pubblico”.

“Prima di addentrarmi a spiegare meglio l’app – chiarisce Sala – vorrei dire che in queste situazioni abbiamo bisogno di tutti, e tutti – al di qua e al di là della frontiera – dobbiamo disporre di strumenti e attrezzature adeguati per proteggerci e proteggere gli altri. La nostra app è uno di questi strumenti. Non il solo”.

Di cosa si tratta e come funziona?

In breve, AllertaLom vuole comprendere le dinamiche di chi si muove per lavoro e conoscere il suo stato di salute.

Una volta scaricata l’applicazione, subito dopo l’accesso, l’utilizzatore compila un questionario in forma anonima: vengono richiesti il Cap (codice di avviamento postale) del comune di residenza e del luogo di lavoro. Da una decina di giorni è possibile inserire anche un Cap svizzero. L’applicazione dunque diventa interessante per capire movimenti e stato di salute dei frontalieri.

Il vicepresidente della regione Lombardia, Fabrizio Sala
Il vicepresidente della regione Lombardia, Fabrizio Sala con l’app AllertaLom. Regione Lombardia

Si parla anche di salute perché all’utente viene chiesto di compilare un formulario nel quale vanno segnalati la presenza di sintomi riconducibili ad una infezione da Covid-19, come diarrea, alterazione del gusto e/o dell’olfatto, congiuntivite, stanchezza, dolori muscolari persistenti e anche eventuali contatti con soggetti contagiati dal virus.

“In 3 settimane abbiamo superato il milione di utenti che hanno scaricato l’app (1’250’351 per l’esattezza). Per diverse settimane è stata l’app più scaricata in Italia – racconta Sala – e i dati forniti da questa applicazione sono dunque statisticamente rilevanti”.

Il 13% circa della popolazione lombarda ha dunque scaricato l’app. “Si tratta del più grande patrimonio statistico informativo oggi disponibile in Italia sulla distribuzione e prevalenza di sintomi associati a Covid-19. E l’app – ricorda Fabrizio Sala – non è che uno degli strumenti a disposizione per monitorare la diffusione della malattia”.

A oggi sono stati compilati oltre tre milioni di questionari. Un successo. Il formulario con le domande sullo stato di salute dovrebbe essere stilato ogni giorno dall’utente così da avere i dati continuamente aggiornati. “Faccio ancora un appello ai cittadini lombardi: scaricate l’app perché l’unico modo per vincere la battaglia contro il virus è monitorare la sua diffusione. E più dati freschi abbiamo e meglio sapremo muoverci con tempestività”. Così ancora Fabrizio Sala.

Sintomi e non tampone

I dati forniti dall’app non sono per niente paragonabile ai risultati dei test (tamponi) perché sono dati statistici e non sanitari. Non è neppure un tracciamento dei cittadini, nessuna geolocalizzazione. “Dai dati ricevuti, ripeto in forma volontaria – ricorda Sala – sui diversi sintomi segnalati dai nostri utenti è possibile ad esempio, capire dove eseguire più test, quando far scattare le misure di isolamento sociale e come organizzare i mezzi pubblici. In breve vediamo quasi in diretta dove eventualmente si sta sviluppando un nuovo focolaio”.

Nel nostro caso specifico, c’è da capire da dove e come si spostano i frontalieri lombardi, che sintomi presentano e se rischiano il contagio sul posto di lavoro in Ticino. O se a loro volta possono contagiare colleghi di lavoro.

Alcuni dati

“Dai dati – chiarisce Sala – è emerso che circa il 25% dei partecipanti al sondaggio si sposta per lavoro in un altro comune di quello di residenza, quindi circa 300’000 cittadini di tutti coloro che hanno scaricato l’app”. I frontalieri che si sono dotati dell’AllertaLom (disponibile come detto con il Cap svizzero solo da una decina di giorni) sono poco meno di 2’000, ma il loro numero è decisamente in ascesa.

“Sullo stato di salute dei frontalieri per ora non possiamo fare né commenti né analisi puntuali perché i numeri a nostra disposizione sono statisticamente poco rilevanti. Sono sicuro – sottolinea l’assessore regionale Fabrizio Sala – che tra alcune settimane, quando i frontalieri saranno tornati tutti al lavoro e sempre più utenti avranno scaricato la nostra applicazione, potremo certamente fare un’analisi più puntuale”. Solo allora sarà possibile verificare se la fase due ha comportato un ritorno dei contagi significativo.

Risultati parziali

Con questa app si monitorano i sintomi, oltre agli spostamenti casa-lavoro, e non i contagi effettivi. Chiarito questo aspetto chiave, “il 5,2% dei partecipanti al sondaggio – precisa il vicepresidente Fabrizio Sala – segnala la presenza di almeno due sintomi non lievi, l’1.8% ne segnala ben tre”. 

Sviluppato da ARIA LombardiaCollegamento esterno, la digital company della Regione, in collaborazione con i medici e ricercatori del Policlinico San Matteo di Pavia, l’app AllertaLom è liberamente scaricabile ed è disponibile per ogni tipo di smartphone.

Tra i sintomi più comuni riportati la dissenteria, l’alterazione del gusto e dell’olfatto e una quota non trascurabile di persone con congiuntivite. Inoltre, il 3.2% degli utenti segnala che ha avuto contatti con malati Covid-19. E queste persone sono uniformemente sparse su tutto il territorio lombardo.

“Da quanto possiamo capire – conclude Fabrizio Sala –  visto che monitoriamo la situazione da circa un mese, i sintomi segnalati dai nostri utenti sono in calo. Come in calo sono i nuovi contagi. Ma non abbiamo vinto la guerra. Dobbiamo sempre restare vigili, ma dai dati a nostra disposizione posso dire, senza essere smentito, che i lombardi si stanno comportando bene”.

I contagiati in Svizzera e in Lombardia

Ecco la situazione delle province di Como e Varese rispetto alle altre province lombarde e del canton Ticino rispetto agli altri cantoni svizzeri:

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