La televisione svizzera per l’Italia

La Confederazione boccia un aiuto mirato alla stampa

Giornali esposti in un edicola di una stazione ferroviaria
Tempi duri per i giornali. © Keystone / Christian Beutler

Niente sostegno finanziario ai quotidiani svizzeri. Il Consiglio federale è infatti dell'idea che non si debba sostenere singoli settori, rispetto ad altri, nell'ambito di questa crisi. Bocciato dunque un sostengo puntuale alla stampa elvetica profondamente in crisi.

La consigliera federale Simonetta Sommaruga avrebbe voluto sostenere con 78 milioni di franchi il settore di media, particolarmente colpito finanziariamente a causa del crollo degli introiti pubblicitari provocato dalla crisi del nuovo coronavirus. La proposta è però stata respinta la scorsa settimana dalla “netta maggioranza del Consiglio federale” per non privilegiare determinati settori, sostiene la testata di sinistra Wochenzeitung (WoZ).

A trarne maggior beneficio sarebbe stata la stampa scritta, in particolare i quotidiani e i domenicali, sostiene la WoZ, precisando che a essi la Confederazione avrebbe destinato 37 milioni di franchi come aiuti indiretti, ad esempio assumendosi i costi postali e di recapito anticipato.

Il sostegno sarebbe però anche andato a radio e televisioni private, aggiunge la testata svizzerotedesca, precisando che per i canali privati come TeleTicino e TeleBasel sarebbe stati destinati in totale 10,8 milioni di franchi.

A giovarne, in termini di liquidità, sarebbe anche stata l’agenzia di stampa elvetica Keystone-ATS, poiché la Confederazione avrebbe rilevato gli abbonamenti di tutti i media per sei mesi per un totale stimato di circa dieci milioni di franchi. 

L’opposizione al progetto, sostiene la WoZ, è legato al fatto che la maggioranza del Consiglio federale è dell’idea che non si dovrebbero sostenere singoli settori, rispetto ad altri, nell’ambito di questa crisi. Secondo il governo, viene aggiunto, gli aiuti economici immediati – ad esempio la possibilità di ottenere crediti e chiedere il lavoro ridotto, come già effettuato da numerosi gruppi mediatici e singole testate anche in Ticino – dovrebbero applicarsi a tutte le imprese. 

“Il Consiglio federale non ha riconosciuto la gravità della situazione e l’importanza centrale dei media per la democrazia”, conclude la Wochenzeitung.

Sul tema ecco il servizio del telegiornale:

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