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Contributo straordinario di Ginevra al CICR

La sede principale del CICR a Ginevra.
Continua al crisi finanziari del CICR che vive un paradosso: meno mezzo finantiari ma più situazioni difficili da supportare. © Keystone / Martial Trezzini

Il Consiglio municipale della città di Ginevra ha deciso martedì sera di versare un contributo straordinario di 4 milioni di franchi a CICR che si trova a dover affrontare gravi difficoltà finanziarie. Il credito si aggiunge a quello  straordinario della Confederazione di 50 milioni.

Il credito supplementare in bilancio è stato approvato a grande maggioranza dal Consiglio comunale ginevrino. La somma è destinata a soddisfare i bisogni dell’organizzazione umanitaria nello svolgimento del suo mandato, e più specificamente a sostenere la sede centrale di Ginevra e i posti di lavoro ad essa associati.

Il CICR, che ha visto diminuire i suoi contributi finanziari, si trova ad affrontare un numero record di persone in difficoltà a causa delle numerose crisi. A settembre ha annunciato una riduzione del 13% del suo budget iniziale, a 2,1 miliardi di franchi. Di conseguenza dovrà effettuare importanti tagli, sopprimendo anche molti posti di lavoro che conta la sua sede ginevrina.

Crisi di bilancio

L’organizzazione ha annunciato a metà settembre che dovrà attuare “tagli significativi” presso la sede centrale e un numero ancora imprecisato di posti in tutto il mondo. 

Nella sede centrale si prevede un taglio di circa 270 posti di lavoro sugli attuali 1’400 circa. Nessun dipartimento o unità è risparmiato. Alcuni saranno più colpiti di altri, a seconda delle dimensioni critiche di ciascuno. Secondo il direttore generale Mardini, devono essere considerati fattori come la minaccia della sicurezza informatica, quando il CICR è stato spesso preso di mira negli ultimi anni, e la capacità di rispondere a nuovi conflitti.

+ Il Comitato internazionale della Croce Rossa taglia 1’500 posti di lavoro

“Queste decisioni sono inevitabili e dolorose”, ha dichiarato il direttore generale, che lascerà il suo incarico il prossimo marzo, al termine del suo primo mandato. Mardini ha sottolineato il “paradosso” tra queste difficoltà e i crescenti bisogni umanitari derivanti da conflitti e situazioni climatiche estreme.

Contributo della Confederazione

Di fronte a questi problemi, è stato lanciato un appello ai donatori. Tra questi, la Svizzera ha recentemente compiuto un gesto finanziario. Il Consiglio federale ha annunciato un sostegno di 50 milioni di franchi e il rinvio del rimborso di un prestito.

Se i 300 milioni di promesse supplementari “si materializzano entro la fine dell’anno” la situazione per quest’anno sarà stabilizzata, ha detto Mardini, aggiungendo che è troppo presto per esserne certi.

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