Amianto, pubblicate le motivazioni della condanna di Schmidheiny
La Corte d'Assise di Novara ha reso note le ragioni della sentenza contro la quale il miliardario svizzero ha fatto ricorso.
La condanna a 12 anni di carcere e a risarcimenti milionari alle vittime e alle loro famiglie era arrivata nel giugno 2023. Adesso la Corte d’Assise di Novara ha reso pubbliche le motivazioni della condanna di Stephan Schmidheiny. Lo svizzero è da ormai decenni coinvolto in complesse vicende giudiziarie in Italia, a causa dei danni provocati dall’amianto prodotto nelle sue fabbriche. Le motivazioni sono state pubblicate oggi, giovedì, dal periodico svizzero di lingua italiana AreaCollegamento esterno, edito dal sindacato UNIA, che da anni segue da vicino le vicende processuali legate all’Eternit.
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L’imputato, affermano i giudici, era pienamente consapevole che “un utilizzo indiscriminato e non accorto dell’amianto” e “la conseguente elevata polverosità dei locali di lavoro avrebbero comportato seri rischi per la salute dei dipendenti, legati allo sviluppo delle gravi patologie asbesto-correlate, già ai tempi individuate in asbestosi, tumori polmonari e mesotelioma”.
La Corte, inoltre, menziona la “strategia di occultamento” che l’imprenditore avrebbe messo in campo per tentare di difendere la sua azienda dalle accuse dei familiari delle vittime. Un’agenzia di pubbliche relazioni era stata incaricata di monitorare la copertura giornalistica del caso, con l’obiettivo di influenzarla. Il miliardario svizzero ha già annunciato il suo ricorso contro la sentenza.
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