Cassis traccia un bilancio positivo del mandato elvetico nel Consiglio di sicurezza dell’ONU
L'ambasciatrice permanente della Svizzera all'ONU Pascale Baeriswyl e Ignazio Cassis.
Keystone / Alessandro Della Valle
Il ministro degli Esteri elvetico ha tracciato un bilancio positivo del mandato della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, sottolineando il coinvolgimento attivo della Confederazione in questi due anni.
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Keystone-ATS
“Se Berna avesse saputo cosa sarebbe successo nel mondo, non avrebbe certo avuto il coraggio di candidarsi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU”, ha dichiarato il capo della diplomazia svizzera in occasione di una riunione dell’Associazione Svizzera-ONU.
Ma tutto era ben preparato e “abbiamo svolto il nostro ruolo con precisione”, ha rilevato Cassis. Le sfide geopolitiche hanno spesso bloccato il Consiglio di Sicurezza, ma la Svizzera è stata in grado di raggiungere traguardi importanti in merito ad esempio alla promozione della sicurezza nucleare e all’adozione di risoluzioni per proteggere gli operatori umanitari nelle zone di conflitto.
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“A posteriori, possiamo dire che la Svizzera è in grado di sedere nel Consiglio di sicurezza”. La politica delle grandi potenze è tornata, ha proseguito Cassis, rilevando che la “la geopolitica non è uno spettacolo da osservare a distanza di sicurezza”. La Svizzera è sulla stessa barca e si trova nel mezzo.
Per questa ragione, per la Confederazione è importante avere una rete di relazioni, ad esempio con gli Stati Uniti. La Svizzera ha anche bisogno di un’Unione europea fondata sulle regole, secondo Cassis, per il quale ancorare gli accordi bilaterali non ha solo senso a livello economico, ma è una necessità strategica.
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