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La Confederazione vuole intensificare la lotta contro la proliferazione del calabrone asiatico

esemplare di calabrone asiatico
Il calabrone asiatico si sta diffondendo sempre di più in Svizzera. Keystone-SDA

Per contrastare più efficacemente la diffusione del calabrone asiatico, la Confederazione intende autorizzare l'uso di prodotti biocidi nei boschi dal prossimo autunno. A tale scopo ha avviato una procedura di consultazione accelerata con termine per l'8 maggio.

Il calabrone asiatico è una specie esotica invasiva che si nutre sia di api da miele che di api selvatiche. Nelle colonie di calabroni asiatici, le regine costruiscono i nidi primari in primavera, spesso nelle aree urbane. In queste aree è permesso l’uso di prodotti biocidi, vietati invece nei boschi, con poche eccezioni, stando a una nota Collegamento esternodiffusa del Dipartimento federale dell’ambiente (DATEC).

I nidi secondari dei calabroni asiatici, che sono più grandi e possono ospitare migliaia di individui, si trovano principalmente sulle cime degli alberi nei boschi. Per questo motivo, secondo il DATEC, i Cantoni devono poter già quest’anno autorizzare l’uso eccezionale di biocidi nei boschi.

Un pericolo significativo per uomo, bestiame o ambiente

Per poter autorizzare simili prodotti, questi insetti devono rappresentare un pericolo significativo per la salute dell’uomo o del bestiame o per l’ambiente. I prodotti scelti devono causare il minor inquinamento possibile.

Originario dell’Asia, il calabrone asiatico è una specie in grado di riprodursi molto rapidamente. L’insetto è stato segnalato in Svizzera nel 2017 proveniente dalla Francia. Nel 2023 si è diffuso rapidamente lungo l’Arco giurassiano e nella Svizzera francese. Il Ticino è per ora risparmiato.

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I due cantoni di Basilea hanno annunciato ieri di aver individuato e distrutto 57 nidi nel 2024. All’inizio di marzo, il Vallese ha intensificato la lotta contro il calabrone asiatico installando trappole nei distretti di Monthey e St-Maurice. Dal canto suo, Vaud ha fatto intervenire uno specialista per limitare la proliferazione dell’insetto, con la conseguente distruzione di circa 80 nidi nella seconda metà del 2024.

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