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La BNS taglia di nuovo il tasso guida di un quarto di punto a 0,25%

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Si tratta del quinto taglio consecutivo nel ciclo di ribassi iniziato nel 2024. Keystone-SDA

La Banca nazionale svizzera (BNS) allenta ulteriormente la sua politica monetaria: l'istituto d'emissione ha deciso di abbassare di 0,25 punti il suo tasso guida, portandolo allo 0,25%. Si tratta del quinto taglio consecutivo nel ciclo di ribassi iniziato nel 2024.

La mossa comunicata giovedì mattina nell’ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in linea con quanto atteso dagli analisti, che a larga maggioranza (13 su 15 esperti considerati dall’agenzia AWP, 28 su 32 specialisti interpellati dalla Reuters), si aspettavano una riduzione di 25 punti base. Va però anche detto che negli ultimi tempi stava trovando sempre più credito lo scenario di uno status quo, con il tasso guida fermo allo 0,50%.

Il servizio del TG 12.30 della RSI del 20 marzo 2025:

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Per la BNS si tratta soprattutto di evitare spinte deflazionistiche, con un occhio di riguardo alla congiuntura elvetica: la crescita del prodotto interno lordo è prevista in rallentamento, considerata fra l’altro anche l’incertezza globale sulla scia delle politiche della nuova amministrazione americana. Come sempre l’istituto deve inoltre guardare anche ad altre realtà: mercoledì la Federal Reserve ha lasciato invariato il costo del denaro, ma ha avanzato previsioni di due ritocchi al ribasso nel 2025, e anche la Banca centrale europea dovrebbe operare dei tagli.

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In secondo piano è passata per contro l’esigenza di contrastare le pressioni al rialzo sulla moneta elvetica: l’euro è attualmente scambiato a circa 0,96 franchi, cioè sostanzialmente ai massimi dalla scorsa estate. Resta da vedere comunque se le cose rimarranno così, vista la tendenza a un aumento del debito nell’UE e in particolare in Germania.

Va peraltro sottolineato come la Banca nazionale si muova in un contesto che vede i prezzi ancora salire, ma in modo assai meno marcato che nel recente passato. L’inflazione in febbraio si è attestata allo 0,3%, a fronte dello 0,4% registrato in gennaio: si è di fronte ai valori più bassi dal 2021. Il rincaro si trova quindi vicino al limite inferiore della fascia di obiettivo che la BNS considera di stabilità, cioè l’intervallo fra 0% e 2%.

Come si ricorderà per frenare la progressione dei prezzi la BNS fra il 2022 (inflazione media annua al 2,8%) e il 2023 (rincaro al 2,1%) aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Nel 2024 (rincaro 1,1%), constatando che l’inflazione era tornata sotto il 2%, l’istituto aveva cominciato nuovamente ad abbassare il costo del denaro: all’1,50% in marzo, all’1,25% in giugno, all’1,00% in settembre e allo 0,50% in dicembre. Ora ha proceduto a un ulteriore ritocco verso il basso.

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Stando agli esperti la fase di ribassi potrebbe però ora subire una pausa: rispettivamente 9 analisti su 14 (indagine AWP) e 19 su 32 (Reuters) che si sono espressi su questo punto si aspettano che a fine 2025 il tasso guida sarà allo 0,25%; una minoranza scommette sullo 0%, ma c’è anche chi lo vede allo 0,50%. Di recente si era anche parlato di possibili interessi negativi – la stessa BNS non li aveva esclusi – ma visti i timori di deflazione tale scenario viene ormai ritenuto meno probabile dagli esperti.

La BNS decide normalmente sui tassi a ritmo trimestrale: il prossimo esame della situazione è in programma il 19 giugno.

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