Berlusconi, Mediaset e i fondi neri in Svizzera
Durante la sua carriera, Silvio Berlusconi ha avuto spesso a che fare con la giustizia elvetica. Nel 2005, il Ministero pubblico della Confederazione ha bloccato circa 140 milioni di franchi nel caso dei fondi neri del suo impero audiovisivo Mediaset.
La prima richiesta di assistenza giudiziaria in relazione alla vicenda Mediaset è stata inviata alla Svizzera nell’ottobre 1996. Il magnate dei media era accusato di aver “gonfiato” artificialmente il prezzo dei diritti cinematografici, acquistati tramite società di comodo di sua proprietà, quando venivano rivenduti al suo gruppo.
Altri sviluppi
Con Silvio Berlusconi se ne va un “massaggiatore delle masse”
Il gruppo avrebbe costituito fondi neri all’estero e ridotto i suoi profitti in Italia per pagare meno tasse. La perdita di reddito per il fisco italiano è stata stimata in sette milioni di euro.
Secondo l’accusa, quasi 170 milioni di dollari sono stati depositati in questi fondi neri. Di questa somma, circa 140 milioni sono stati bloccati in Svizzera, una misura che è stata confermata in sei occasioni.
Nel 2013, il caso ha portato alla prima condanna definitiva per l’uomo d’affari e politico: quattro anni di carcere, tre dei quali cancellati da un’amnistia. Silvio Berlusconi sconterà la pena sotto forma di lavori socialmente utili in una casa di riposo.
Il denaro è stato finalmente sbloccato nel 2016, dopo l’assoluzione da parte della Corte di Cassazione di Fedele Confalonieri e Piersilvio Berlusconi, rispettivamente presidente e vicepresidente di Mediaset.
Altri sviluppi
Silvio Berlusconi è morto
Nel 2005 il Ministero pubblico della Confederazione aveva pure aperto un’indagine per riciclaggio di denaro contro il Cavaliere, su richiesta della procura di Milano. Tuttavia, questo procedimento è stato archiviato nel settembre 2011, poiché molte delle accuse erano cadute in prescrizione.
Accordo fiscale
Le relazioni italo-svizzere sono state complicate anche dalle promesse elettorali di Silvio Berlusconi nel 2013. Durante la campagna elettorale di quell’anno, l’ex “Cavaliere” aveva promesso di abolire l’impopolare imposta sugli immobili introdotta dal precedente governo di Mario Monti e di concedere un condono fiscale.
Intendeva finanziare questa misura con i soldi che Berna avrebbe restituito all’Italia dopo la conclusione di un accordo fiscale, che all’epoca era in fase di negoziazione. Secondo lui, Berna avrebbe dovuto versare a Roma una somma iniziale di 20 miliardi di euro, poi 5 miliardi di euro all’anno. L’accordo è stato infine concluso nel 2015, ma non dal Governo di Silvio Berlusconi. E le cifre avanzate dall’ex presidente del Consiglio non si è mai capito bene da dove provenissero.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.