Con Silvio Berlusconi se ne va un “massaggiatore delle masse”
La stampa svizzera non è tenera nei confronti dell'ex presidente del Consiglio italiano, reo di aver governato facendo esclusivamente i suoi interessi.
La notizia della morte di Silvio Berlusconi è subito rimbalzata sui media del monto intero, Svizzera compresa.
“Ha cambiato il mondo, anche se non in meglio”, titolano i giornali del gruppo svizzero tedesco TamediaCollegamento esterno. “Addio Cavaliere!”, gli rende omaggio il Blick. “Il grande seduttore d’Italia è morto all’età di 86 anni”, scrive invece la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno.
L’edizione speciale del TG della RSI dedicata alla morte di Silvio Berlusconi:
Un demagogo moderno
Berlusconi, sottolinea Oliver Meiler per i titoli del gruppo Tamedia, passerà alla storia come “un eccentrico avanguardista politico, come un pioniere di molti populisti e demagoghi, di personaggi che fanno girare la testa e di ciarlatani che parlano come lui, che mentono come lui ha mentito”.
Un modello a cui ha fatto riferimento Donald Trump, anche se “Berlusconi non ha mai gradito il paragone; ha sempre pensato di essere migliore, più complesso e più intelligente di quel babbeo che è arrivato alla Casa Bianca”.
Anche la NZZ non risparmia critiche all’ex presidente del Consiglio italiano: “Tutto in Berlusconi era falso: il suo viso liftato e i suoi capelli rinfrescati, le sue promesse e le sue affermazioni, aveva anche falsi amici e compagni – soprattutto quelli della mafia”.
“Berlusconi – prosegue la NZZ – si è presentato all’elettorato come un imprenditore esperto e un amico della libertà. Aveva promesso di far funzionare lo Stato italiano. Poi ha fatto il contrario, sabotando ulteriormente il già malconcio Stato di diritto”.
Altri sviluppi
Silvio Berlusconi è morto
“L’uomo che fu tutto e non fu niente”
“Imprenditore, costruttore, cantante, editore, banchiere, sportivo, supermegapresidente di qualsiasi cosa – dalla Standa al Milan – marito, amante, piduista, primo ministro, imputato, ferroviere, barzellettiere, perfino ‘Unto del signore’, per sua stessa definizione”: al pari di molti altri giornali, La RegioneCollegamento esterno ripercorre da parte sua la carriera del magnate dei media. Una carriera che il giornale ticinese riassume così: “L’uomo che fu tutto e non fu niente”.
Quello che si presentava come un uomo di Stato in occasione della sua “discesa in campo” nel 1994 motivata dalla volontà di difendere l’Italia dal “pericolo comunista”, si è in fin dei conti rivelato essere qualcuno “che si preoccupa esclusivamente di sé stesso”, scrive ancora la NZZ.
Dalle leggi “ad personam”, pilotate dai suoi stessi avvocati che sedevano in Parlamento, alle polemiche contro le “toghe rosse”, passando per i presunti legami con la mafia e le telefonate alla polizia per far liberare la “nipote di Mubarak”, il Berlusconi politico ha prima di tutto fatto i suoi interessi.
Ha indossato i panni di “un nuovo condottiero in veste postmoderna, sicuro di tutto e autorizzato a fare qualsiasi cosa”, sottolinea la NZZ. “Come leader e cavaliere predone, ha radunato dietro di sé i suoi seguaci, che speravano di ottenere vantaggi da quest’uomo. Ha polarizzato il Paese: la destra contro la sinistra. Con questo metodo e grazie al suo potere mediatico, ha dominato la scena politica, sia al Governo che all’opposizione”.
“Un massaggiatore delle masse”
Oltre a sdoganare il fascismo, “ha completamente stravolto la cultura politica del Paese con nuovi talk show, con la personificazione totale della politica”, rilevano da parte loro i giornali del gruppo Tamedia.
Un personaggio carismatico (l’unico in Italia negli ultimi decenni, osserva il politologo Marco Valbruzzi ai microfoni della Radiotelevisione svizzera RSICollegamento esterno), ma soprattutto un imbonitore molto talentuoso, che ha dato il meglio di sé nelle campagne elettorali. “Un massaggiatore delle masse”, scrive Oliver Meiler.
Il suo bilancio alla testa del Paese è però striminzito: “Non c’è una grande riforma che gli italiani e le italiane ricordino, nemmeno un edificio che possa essere simbolo del suo regno. Si dice che abbia reagito bene dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 e che abbia allestito rapidamente delle case temporanee per i senzatetto. Tutta qui, la sua eredità? E cos’altro? Il debito pubblico è cresciuto rapidamente anche sotto il suo regime apparentemente liberale. La burocrazia, tuttavia, è rimasta la stessa, il Paese non è diventato un po’ più moderno sotto l’amministratore delegato Berlusconi”.
Forse, Berlusconi più di tutti ha saputo sedurre facendo leva su quei sentimenti che contraddistinguono parte della popolazione italiana nei suoi rapporti con lo Stato. “A incarnare – rileva il Corriere del Ticino – tutte le contraddizioni italiane come lui, canalizzandole verso un ottimismo che attraeva anche chi razionalmente gli era contro”.
“Ha incitato alla frode, al disprezzo delle leggi e delle regole, alla furbizia del popolino. Ridendo davanti alle telecamere – scrivono ancora i giornali del gruppo Tamedia. È questa risata che rimarrà come immagine di lui. E gli italiani e le italiane continueranno a chiedersi se si è trattato di una risata complice o se in fin dei conti non abbia semplicemente riso di loro”.
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