La mela – indipendentemente che si tratti di una mela morsicata o di una mela intera – sarà un marchio registrato e protetto anche in Svizzera. Apple ha vinto il ricorso contro l'Istituto federale della proprietà intellettuale che ne aveva negato in un primo tempo la registrazione.
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Di origini coreane cresciuto nei Grigioni, scriverei solo di cultura, ma in questi anni ho sempre parlato d’altro. Iniziali: fra
Apple vuole che in Svizzera non venga utilizzata alcuna immagine della mela. Indipendentemente che si tratti di una mela morsicata (simbolo di Apple) o di una mela intera. Già nel 2017 l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale aveva notificato l’estensione alla Svizzera della protezione di questo “marchio figurativo”, inizialmente registrato della società di Cupertino. Un’immagine di una mela qualsiasi – da non confondere con l’iconico logo stilizzato dell’azienda che rappresenta il frutto inciso da un morso – è anch’essa destinata ad essere protetta e applicata a registrazioni sonore, video e film.
Nel 2022 l’Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI) aveva respinto la richiesta dell’azienda di Cupertino. L’IPI aveva considerato che la mela sia un’immagine di dominio pubblico. I segni figurativi - aveva argomentato l’ente – sono distintivi solo se il motivo raffigurato (in questo caso la mela) o il modo in cui il motivo è raffigurato è sufficientemente distintivo. Secondo l’IPI, nessuna di queste condizioni era soddisfatta: l’immagine classica di una mela è patrimonio comune. Di conseguenza, il marchio non ha ottenuto la protezione in Svizzera.
Apple però non si è data per vinta e lo scorso aprile ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF). La Corte che siede a San Gallo ha dato ragione all’azienda di Tim Cook: il marchio è da proteggere, ma – ecco l’aspetto essenziale – è da proteggere per impieghi legati a registrazioni audio, video o cinematografiche, quindi nel campo della tecnologia, dove è attiva Apple.
Salva la mela di Tell
A pochi giorni dalla Festa nazionale dove si celebrano anche le gesta di Guglielmo Tell, eroe nazionale svizzero (reso famoso dal drammaturgo tedesco Friedrich Schiller 500 anni dopo i leggendari fatti) che con la sua balestra era riuscito a centrare una mela posta sulla testa di suo figlio, vincendo una sfida lanciata dall’allora rappresentante asburgico nella Svizzera centrale, gli svizzeri e le svizzere possono dunque dormire sonni tranquilli: sebbene il TAF abbia accolto il ricorso di “Apple”, proteggendo la mela (non solo quella morsicata simbolo grafico inconfondibile di Apple) come marchio registrato, questa protezione vale unicamente per impieghi legati alle attività principali di Apple. La mela di Guglielmo Tell che ha anticipato di oltre 650 anni quella di Steve Jobs è dunque salva.
Fuori da questo siparietto leggendario (non tiriamo in ballo la mela che Eva fece mangiare ad Adamo perché altrimenti rischiamo la blasfemia…), la sentenza era invece molto attesa dall’Associazione Svizzera Frutta, l’organizzazione che difende gli interessidel settore che ha come logo una mela rossa con una croce bianca. Il direttore Jimmy Mariethoz tira pure lui un sospiro di sollievo. D’altra parte, come può un’azienda, seppure importante e forte come Apple, rivendicare il diritto di utilizzare in esclusiva l’immagine di un frutto? O meglio ancora di un frutto storico tanto amato?
Come ricorda sempre l’Associazione, la mela è infatti il frutto preferito in Svizzera. In media, ogni persona ne consuma circa 75 kg all’anno (!). Quasi la metà della produzione è autoctona.
Il timore di Jimmy Mariethoz era che l’utilizzo della mela nel logo o nella promozione della frutta svizzera venisse vietato, ma così non sarà: la sentenza non va a toccare questo settore. Piuttosto dovrebbe vedersela con i legali di Apple chi decidesse di vendere prodotti audio o video usando il simbolo della mela. Un’ipotesi improbabile. E così rimane soprattutto la volontà di Apple di difendere in tutti i modi questo simbolo, questo riflesso naturale che lega l’immagine di una mela alla società californiana.
La vittoria colta da Apple, nel paese che lega il frutto al mito di Guglielmo Tell, fa però notizia. Ma non rappresenta un caso unico. Sono infatti decine le richieste inoltrate da Apple alle autorità nazionali che disciplinano i marchi. Talvolta vedendosi dare ragione, come in Turchia, Israele e Giappone.
In Svizzera la questione non è però ancora chiusa, la sentenzaCollegamento esterno, resa pubblica giovedì, potrebbe infatti essere impugnata davanti al Tribunale federale.
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