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Abusi sessuali in seno alla chiesa cattolica svizzera, segnalati 120 nuovi casi in sei mesi

chiesa cattolica vuota
Quella di Basilea è la diocesi più grande della Svizzera. KEYSTONE

La diocesi di Basilea è quella con il maggiore numero di casi: 183 in 13 anni. La metà è emersa negli ultimi mesi.

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Negli ultimi sei mesi ci sono state oltre 120 nuove segnalazioni di abusi sessuali perpetrati in seno alla Chiesa cattolica svizzera. Lo ha fatto sapere oggi, martedì, il Vescovo di Coira Joseph Maria Bonnemain, responsabile di questo dossier per la Conferenza episcopale svizzera. Queste segnalazioni si vanno ad aggiungere ai circa 1’000 casi emersi lo scorso mese di settembre dallo studio dell’Università di Zurigo

La diocesi di Basilea è quella con il più grande numero di segnalazioni: ne sono state ricevute 183 che riguardano il periodo del mandato del vescovo Felix Gmür, durato 13 anni. La metà di queste sono arrivate dopo settembre 2023. In quella di Lugano i casi sarebbero una decina, mentre le altre quattro (Coira, Losanna-Ginevra-Friburgo, San Gallo e Sion) ne hanno ricevute una settantina in totale.

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Con il suo milione di fedeli, la diocesi di Basilea è la più grande della Confederazione e ha 10 Cantoni sotto la sua giurisdizione. L’87% delle segnalazioni al suo interno riguarda reati commessi nel periodo fino alla fine del 2010, il 13% dall’inizio del 2011 a oggi. Negli ultimi 20 anni il numero di casi riportati è diminuito in modo significativo, si legge in una nota della diocesi in questione, e “questo rivela l’efficacia dell’intenso lavoro di prevenzione degli ultimi anni”.

Bambini vittime e uomini carnefici

Delle segnalazioni recenti (92 da settembre a oggi), 58 riguardavano presunti reati sessuali con bambini, 56 dei quali si erano già verificati nel secolo scorso. In 20 episodi si è verificato il contatto con parti del corpo nude o vestite, in undici sono stati proferiti commenti e gesti a sfondo sessuale e in cinque sono avvenuti rapporti parziali o completi. A farne le spese sono stati soprattutto ragazzi e bambini di età inferiore ai 18 anni, mentre la maggior parte dei presunti autori è costituita da maschi adulti.

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Trentadue delle persone accusate lavoravano come chierici secolari o diaconi al momento del presunto reato, 13 appartenevano a un ordine religioso, mentre le altre ricoprivano un’altra funzione diversa o erano sconosciute. Infine, 78 delle 92 denunce non possono più essere perseguite a causa della prescrizione e più della metà degli accusati erano già deceduti al momento della denuncia, ha fatto sapere la diocesi.

Per quanto riguarda 29 delle 91 denunce ricevute prima del settembre 2023, le vittime hanno già ricevuto un’indennità per torto morale. I casi più recenti sono al momento al vaglio della “Commissione per l’indennizzo delle vittime di abusi sessuali commessi in ambito ecclesiale e prescritti”, nominata dalla Conferenza dei vescovi svizzeri e dall’Unione dei superiori maggiori religiosi della Svizzera.

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