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Abitazioni secondarie, più flessibilità per i proprietari

Case a prezzi proibitivi per molte famigli residenti.
Case a prezzi proibitivi per molte famigli residenti. Keystone / Arno Balzarini

Ristrutturazione e ampliamento di vecchi edifici: le Camere approvano una revisione che introduce maggiore flessibilità per chi possiede una casa o un appartamento.

In futuro, chi demolirà una vecchia casa di vacanza in località turistiche e ne costruirà una nuova potrà aumentare la superficie fino ad un massimo del 30%, senza limitazioni d’uso.

Dopo il Consiglio nazionale, oggi anche quello degli Stati ha approvato per 27 voti a 11 e 5 astenuti un progetto di legge scaturito da un un’iniziativa parlamentare del grigionese Martin Candinas (Centro). Il dossier è pronto per le votazioni finali.

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Dal 2016, nei Comuni con una quota di abitazioni secondarie superiore al 20% non è più possibile costruire nuove case di vacanza. Inoltre, per quelle realizzate in virtù del diritto anteriore – prima della votazione popolare del 2012 sul tema, la cosiddetta “iniziativa Weber”Collegamento esterno – valgono regole specifiche e severe. Attualmente, l’ampliamento di una residenza secondaria è consentito, fino al 30%, nell’ambito di una trasformazione, ma non nel caso di una demolizione o di una ricostruzione totale.

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Il disegno di legge accettato oggi si pone l’obiettivo di superare queste disparità di trattamento, regalando maggior flessibilità e margine di manovra ai proprietari. Nelle intenzioni della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale (CAPTE-N), che lo ha redatto, contribuirà alla creazione di spazi abitativi moderni per la popolazione locale, aprendo anche maggiori possibilità sotto il profilo energetico, ha detto a nome della commissione il deputato vallesano Beat Rieder (Centro).

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In fase di consultazione, ha puntualizzato il parlamentare ticinese Fabio Regazzi (Centro), il progetto è stato ben accolto, in particolare dalla maggior parte dei Cantoni, delle associazioni dei comuni, delle città e delle regioni di montagna.

Al progetto si è opposta invano la sinistra che ha chiesto la non entrata in materia, venendo però sconfitta (32 voti a 11). Il progetto così come è uscito dalle deliberazioni della commissione non rispetta la Costituzione federale, col rischio di rendere ancor più difficile per gli abitanti del luogo trovare una casa o un appartamento, ha affermato la deputata giurassiana Mathilde Crevoisier Crelier (Partito socialista).

Da parte sua il governo, come ribadito in aula dal consigliere federale Albert Rösti, avrebbe voluto spingersi meno in là rispetto alla commissione. La sua proposta era di concedere sì l’ampliamento fino al 30% anche in caso di demolizione o ricostruzione, ma, tenendo conto della situazione molto tesa in alcune località turistiche, di poter utilizzare solo come residenze primarie le eventuali abitazioni supplementari create.

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Nel suo intervento anche Rösti ha sottolineato che la soluzione della commissione non rispetta la Costituzione federale. “Bisogna impedire di accentuare la pressione su queste zone, il che andrebbe a scapito delle famiglie e della gente del posto”, ha spiegato il ministro.

Una riflessione fatta propria anche dalla rappresentante del canton Uri Heidi Z’Graggen (Centro) che, con una proposta di minoranza, ha chiesto al plenum di seguire la versione del governo su questo aspetto. Tuttavia, al voto anche la sua proposta è stata respinta (26 voti a 17).

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