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Il patron di Nissan-Renault Carlos Ghosn arrestato in Giappone

Il presidente del gruppo automobilistico è accusato dalla giustizia giapponese di avere evaso il fisco e utilizzato beni dell'azienda a fini personali.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 novembre 2018 - 20:55
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"Per diversi anni Carlos Ghosn ha dichiarato un reddito inferiore a quello realmente percepito", ha indicato la Nissan in un comunicatoLink esterno. "Inoltre, sono state scoperte altre malversazioni, ad esempio l'uso a fini personali di beni dell'azienda', aggiunge il costruttore giapponese, che ha condotto un'inchiesta interna dopo le informazioni ricevute da un 'whistleblower'Link esterno.

I risultati dell'inchiesta interna sono stati trasmessi alla procura di Tokyo, che lunedì, dopo avere interrogato Ghosn, lo ha tratto in arresto.

"Il fatto che così tanto potere sia stato accordato a una sola persona rappresenta un problema", ha commentato Hiroto Saikawa, subentrato nel 2017 a Ghosn alla testa della società nipponica. Quest'ultimo è rimasto presidente del consiglio d'amministrazione.

In quanto Ceo di Nissan, tra aprile 2016 e marzo 2017 Ghosn ha incassato circa 8,8 milioni di euro. A questa cifra vanno aggiunti gli oltre sette milioni all'anno di retribuzione come amministratore delegato di Renault (incarico che ricopre dal 2009).

Il salvatore di Nissan

Di origine libanese, cresciuto in Brasile e poi in Francia, Carlos Ghosn, 64 anni, ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni '70 alla Michelin. Nel 1996 è stato assunto dalla Renault dove si è rapidamente distinto per la sua capacità di ridurre i costi e rilanciare il marchio francese. Nel 1999 ha gestito la creazione dell'alleanza tra Renault e Nissan, divenendo poi due anni dopo amministratore delegato del gruppo nipponico.

In Giappone Ghosn gode di una grande considerazione, essendo riuscito a ristrutturare in poco tempo un costruttore che si trovava sull'orlo del baratro, trasformandolo in una società redditizia con un giro d'affari di quasi 100 miliardi di euro.

Nel 2016 aveva poi salvato la Mitsubishi Motors, acquisendo – attraverso la Nissan – una partecipazione del 34%.

Il partenariato Renault-Nissan-Mitsubishi è oggi il più grande consorzio automobilistico del mondo. Con 10,6 milioni di auto vendute l'anno scorso, supera i rivali Toyota e Volkswagen. Secondo alcuni esperti del settore, l'arresto di Ghosn potrebbe avere ripercussioni sull'alleanza di cui il Ceo di Renault è stato il principale artefice. Lunedì alla Borsa di Parigi il titolo del costruttore francese ha registrato importanti perdite, crollando di oltre il 10%.

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