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I democratici lanciano un’indagine per l’impeachment contro Trump

dimostrazione davanti alla casa bianca con cartello impeachment
Dei dimostranti davanti alla Casa Bianca chiedono l'impeachment di Donald Trump. Copyright 2019 The Associated Press. All Rights Reserved

La vicenda ucraina ha convinto il Partito democratico ad avviare un'inchiesta formale per un possibile 'impeachment' di Donald Trump.

Nancy Pelosi, speaker democratica della Camera dei rappresentanti, ha rotto gli indugi e dopo aver resistito per mesi, malgrado parte del suo partito premeva per il grande passo, ha annunciato l’avvio di un’inchiesta formale nei confronti del presidente, primo passo della procedura che potrebbe concludersi con la destituzione di Trump.

“Le azioni del presidente hanno violato la Costituzione. Nessuno è al di sopra della legge. Il presidente deve essere ritenuto responsabile per il suo tradimento alla sicurezza nazionale e all’integrità delle nostre elezioni”, ha dichiarato Nancy Pelosi.

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La svolta è arrivata dopo il caso Ucraina e l’ammissione di Trump di avere fatto pressioni sul presidente Voldymyr Zelensky affinché indagasse sul figlio di Joe Biden, l’ex vicepresidente democratico che figura tra i più probabili avversari del tycoon alle prossime presidenziali del novembre 2020.

Trump è sospettato di aver cercato di “arruolare” un governo straniero al fine di ricevere un aiuto politico utile alla sua rielezione. Non solo: Trump è accusato di non aver voluto collaborare con il Congresso che chiedeva chiarezza sulla famigerata telefonata del 24 luglio scorso al leader ucraino Voldymyr Zelensky, quando almeno otto volte avrebbe chiesto di indagare per corruzione sulla società nel cui consiglio d’amministrazione sedeva il figlio dell’ex numero due dell’amministrazione Obama.

“Caccia alle streghe”

Donald Trump ha ricevuto la notizia poco dopo aver lasciato il Palazzo di Vetro, dove era intervenuto in apertura della 76esima Assemblea generale dell’ONU. Come sua abitudine, ha reagito con un tweet: “Un giorno così importante alle Nazioni Unite, un così grande lavoro e un così grande successo, e i democratici deliberatamente dovevano rovinare e sminuirlo con altre breaking news, con la spazzatura di una caccia alle streghe. Che brutta cosa per il nostro Paese!”

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La prima carta giocata da Trump è stata quella di autorizzare la pubblicazione delle conversazioni avute con Zelensky. “Vedrete che si tratta di una conversazione amichevole e completamente appropriata. Senza nessuna pressione”, ha dichiarato Trump. La Casa Bianca dovrebbe inoltre permettere al whistleblower che aveva reso noto la telefonata di testimoniare davanti agli inquirenti del Congresso.

L’analisi del corrispondente della RSI negli USA:

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Due soli casi nella storia

La procedura di messa in stato di accusa sarà condotta dalla Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica. Se dovesse giungere in porto, toccherà poi al Senato “processare” il presidente. Affinché sia pronunciato l’impeachment, occorre una maggioranza dei due terzi dei senatori. Allo stato attuale delle cose sembra però improbabile che la Camera alta, controllata dai repubblicani, si rivolti contro Trump.

Nella storia degli Stati Uniti solo due presidenti sono stati messi in stato di accusa: i democratici Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998, accusato di “spergiuro” dopo la relazione con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky. Entrambi furono però assolti.

Richard Nixon, implicato nello scandalo Watergate, si è invece dimesso prima che il Congresso avviasse formalmente una procedura contro di lui.

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