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Nigeria, spunta video delle liceali rapite due anni fa

Diffuso dai terroristi di Boko Haram, che le prelevarono il 14 aprile 2014, costituirebbe una prova che sono ancora in vita

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Il mondo si era indignato, diversi governi avevano promesso di attivarsi con tutti i mezzi per liberarle, ma adesso sono già passati due anni e delle 219 liceali rapite in Nigeria da Boko Haram (276, di cui 57 riuscirono a fuggire) ancora non c’è traccia.

I terroristi hanno però diffuso quella che secondo loro sarebbe una prova del fatto che sono ancora in vita.

È un filmato di due minuti. Quindici ragazze in fila, qualcuna parla, dice il suo nome e il luogo in cui è stata rapita. Stiamo tutte bene, dice infine una di loro. Boko Haram avrebbe girato queste immagini e le avrebbe date ai negoziatori lo scorso dicembre. La CNN le ha ottenute e diffuse poche ore fa. Le madri hanno riconosciuto le loro figlie fra le lacrime, e sono tornate a sperare.

Le cercano da due anni. Da quando uomini armati di Boko Haram le hanno prelevate con la forza dal liceo in cui stavano sostenendo degli esami. Ne caricarono su un camion 276, tutte cristiane, 57 riuscirono a fuggire. Delle altre 219 non si sa più nulla.

La comunità internazionale condannò a gran voce l’orrore. Nacque il movimento ‘Bring back our girls’; se ne fecero portavoce politici e personalità di mezzo mondo, a partire da Michelle Obama, che dall’alto della sua posizione di first lady promise di fare tutto il possibile per riportare a casa le studentesse.

Oggi, due anni, dopo. Niente. Anzi peggio di niente. Questa [cfr. video] è la scuola di Chibok oggi. Semidistrutta, chiusa. Era l’unica scuola pubblica della città, una città di 60mila persone. Malgrado le promesse le autorità non l’hanno né ricostruita, né sostituita con un altro istituto.

“Abbiamo molti bambini che vivono in casa senza far niente, non hanno altra scelta” dice questo abitante di Chibok. Secondo Human Rights Watch in tutta la Nigeria sarebbero un milione i ragazzi che non hanno accesso all’istruzione.

900 scuole distrutte dal 2009 a oggi, 600 insegnanti uccisi. Boko Haram riconosce solo le scuole coraniche. Le altre sono da annientare. E insieme con le scuole annientano l’istruzione e le nuove generazioni.

Una guerra contro i bambini. E in particolare contro le bambine: sempre più spesso imbottite di esplosivo e mandate a farsi saltare in aria in attentati contro la popolazione.

Boko Haram continua a imperversare. E non conta il fatto che la Nigeria sia uno dei paesi più ricchi d’Africa, né che la comunità internazionale si commuova per il destino delle ragazze rapite, né che ci sia stato un sorprendente cambio di guardia alla presidenza.

Oggi la gente di Chibok dice solo una cosa: ci sentiamo abbandonati. Loro, come milioni di nigeriani.

La Nigeria resta incapace di tenere testa a Boko Haram. I terroristi nigeriani collaborano con l’Isis, a cui hanno giurato fedeltà. Combattere Boko Haram significa combattere anche l’Isis, una missione che per il momento nessuna potenza sembra essere in grado di fare in maniera efficace.

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