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Le varie sfaccettature del voto europeo

Evento elettorale organizzato a Bruxelles in vista delle legislative europee.
Evento elettorale organizzato a Bruxelles in vista delle legislative europee. Keystone

Si sono aperte le urne per il rinnovo dell’Europarlamento nel Regno Unito e Paesi Bassi: gli altri cittadini dei Ventotto completeranno nel fine settimana le operazioni di voto per eleggere i 751 deputati a Strasburgo che resteranno in carica per il prossimo quinquennio (ad eccezione dei 73 parlamentari britannici che quando sarà effettiva la Brexit lasceranno i loro seggi).


Una volta che saranno conosciuti i risultati inizieranno le trattative per la designazione del successore di Jean-Claude Juncker e della nuova Commissione Ue. I sondaggi della vigilia indicano un’avanzata di partiti e movimenti euroscettici e sovranisti ma sarà da verificare il reale impatto del loro annunciato successo sugli equilibri europei.

Ma questo scrutinio si presta a molteplici letture, soprattutto in relazione alle particolarità territoriali e alle specifiche situazioni nazionali. Nei seguenti servizi del TG alcuni approfondimenti riguardanti la posta in gioco di questo appuntamento elettorale.

Parlamentari britannici “a tempo”

Il caso più emblematico in queste elezioni europee riguarda senza dubbio il Regno Unito. Se Westminster avesse approvato negli scorsi mesi l’accordo negoziato tra Londra e Bruxelles i sudditi della regina sarebbero già fuori dall’Unione europea. Invece giovedì prossimo saranno chiamati a eleggere 73 eurodeputati che resteranno a Strasburgo, fin quando non si sarà consumato l’atteso divorzio. 

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Mugugni tedeschi

ll tasso di disoccupazione è ai minimi storici, il surplus commerciale cresce di anno in anno, nonostante le recenti incertezze a livello internazionale le imprese investono in modo massiccio e le casse dello Stato sono piene. Pochi altri Paesi profittano della moneta unica europea come la Germania. Ma le incognite per questo voto non mancano nemmeno a Berlino e molti tedeschi ritengono che l’Ue approfitti troppo delle risorse finanziarie teutoniche. 

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Testa a testa in Francia

Le prossime europee sono un test fondamentale per Emmanuel Macron, alle prese in Francia con la rivolta sociale dei gilet gialli che continua a condizionare l’agenda politica di Parigi. La République en Marche del presidente francese deve difendersi dall’offensiva del Rassemblement National di Marine Le Pen: entrambe le formazioni sono indicate dai sondaggi attorno al 20% dei consensi. E si profila un’alta astensione alle urne.
 

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Grecia fuori dal tunnel?

La Grecia è stata la grande malata che una decina di anni fa ha messo in crisi l’intera costruzione europea. Le drastiche ricette finanziarie dettate dalla Troika e il cambio del quadro politico hanno consentito ad Atene di risalire lentamente la china. Una terapia lacrime e sangue pagata soprattutto dai cittadini ellenici che però oggi possono guardare con un po’ più di ottimismo a questo appuntamento elettorale.

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Gruppo di Visegrad scettico

Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria sono accomunate da politiche sostanzialmente antieuropee e ostili verso gli immigrati. Dagli altri paesi Ue (ma anche dalla Svizzera) hanno ricevuto aiuti per 137 miliardi ma si oppongono alle quote di ridistribuzione degli stranieri. A livello interno poi diverse loro leggi confliggono con principi fondanti e diritti tutelati dall’Ue, presso la quale sono pendenti procedure d’infrazione. Ma al di là delle dichiarazioni di facciata l’alleanza di Visegrad presenta numerosi limiti e lacune.

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A mettere in crisi il Gruppo di Visegrad potrebbe essere la Slovacchia. Nell’ultimo anno sono avvenuti fatti importanti, come l’uccisione del giornalista Jan Kuciak che indagava sui rapporti tra governo e organizzazioni malavitose. E nelle recenti presidenziali ha vinto la liberale ed europeista Zusana Caputova. Se è stato solo uno sporadico episodio ce lo potrà dire lo scrutinio di questo fine settimana.  

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Coste italiane porta d’Europa

Il tema che più ha diviso in questa legislatura i paesi Ue è stato quello della migrazione. Le ondate degli scorsi anni sembrano essersi attenuate ma le tensioni restano elevate e i partiti che hanno cavalcato l’argomento hanno il vento in poppa. In prima linea si è trovata l’Italia, in particolare l’isola di Lampedusa dove sono stati accolti numerosi profughi salvati da precari barconi alla deriva. Il reportage dall’isola al largo della Sicilia.

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