La vita esiste grazie ad una scarica elettrica
La scoperta -per meglio dire, la conferma- è di due italiani, Antonino Marco Saitta e Franz Saija
Una scarica elettrica, una "scintilla", che ha colpito gli elementi più semplici: metano, ammoniaca, idrogeno. Ecco cosa ha dato inizio alla vita sulla Terra. Le scariche, hanno dato il via alla creazione di amminoacidi, che altro non sono che i precursori del DNA e quindi i "mattoni" della vita.
È la conferma scientifica ad una teoria di oltre 60 anni fa, ed arriva da un gruppo di ricerca italiano e francese, coordinato da Antonino Marco Saitta, della Sorbona di Parigi, e Franz Saija, dell'Istituto per i processi chimico-fisici del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) a Messina.
In pratica è stato riprodotto nuovamente l'esperimento fatto 60 anni fa da Stanley Miller e Harold Urey. Questa nuova simulazione, pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), dimostra però per la prima volta che sono state delle scariche elettriche ad innescare la formazione degli amminoacidi, i 'mattoni' della vita.
Questo grazie al fatto che questa volta l'analisi è stata fatta su scala atomica, con modelli computerizzati.
In questo studio i ricercatori hanno applicato dei campi elettrici sopra i 0,35 volt per angstrom a queste miscele di molecole semplici, che hanno formato velocemente e spontaneamente delle molecole di acido formico e di formalmide.
Con scariche elettriche di 0,5 volt si è arrivati alla formazione di un protoaminoacido.
Da notare che la primissima teoria di questo filone, si deve ad un ricercatore russo, il biochimico A.I. Oparin (1894-1980) che teorizzò l'evoluzione chimica. Semplicficando: a suo parere idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto sono sempre stati disponibili, e sulla Terra degli albori c‘êra moltissima energia (calore, radiazioni e –appunto- scariche elettriche. Ciò avrebbe dato origine alle prime molecole che combinandosi col tempo avrebbero formato via via aggregati sempre più complessi.
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