Il futuro incerto dell’acqua
Singapore, al quinto posto tra i paesi che nei prossimi decenni saranno sotto pressione per l'approvvigionamento di acqua, sta correndo ai ripari.
Soltanto nel 2010, per la prima volta nella storia, le Nazioni Unite hanno dichiarato l’acqua un diritto universale fondamentale. Ancora oggi però una persona su tre non ha accesso ad acqua potabile sicura. Due miliardi di persone consumano acqua ad un ritmo superiore a quello con cui si rigenera.
L’accesso all’acqua mette in evidenza le diseguaglianze, ma anche paesi ricchi come Singapore devono far fronte alla scarsità idrica. La città stato è al quinto posto tra le nazioni che nei prossimi decenni saranno estremamente sotto pressione per questa mancanza: un problema che divide e preoccupa, alimentato dallo sviluppo urbano, dai cambiamenti climatici, dalla domanda di bioenergia, dalla corruzione. La pandemia da Covid-19 rende ancora più urgente la riflessione sul bisogno di acqua, essenziale per l’igiene e la salute di tutti.
Singapore punta sulla diversificazione per aumentare la produzione del cosiddetto oro blu, combinando risparmio, riciclo e tecnologie innovative. Se per gli analisti, la strategia del paese del sudest asiatico, portata avanti con grande disciplina, è difficilmente replicabile, può servire d’esempio: educazione, investimenti e flessibilità sono le parole chiave per il futuro di un bene prezioso, che si dà troppo spesso per scontato.
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