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La nuova "corsa all'oro" è nello spazio

Il Lussemburgo lancia un piano per sfruttare le risorse minerarie nascoste negli asteroidi; scienziati sicuri che ne siano ricchi, perché simili alla Terra

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 febbraio 2016 - 22:30

La settimana scorsa il Lussemburgo ha stupito tutti con un annuncio davvero fuori dall'ordinario: vuole lanciare un piano per sfruttare le risorse minerarie spaziali nascoste negli asteroidi. Gli scienziati sono infatti sicuri che, avendo una composizione simile alla Terra, i corpi celesti siano ricchi di materiali preziosi.

Non è fantascienza. Non è una teoria. L'industria mineraria spaziale è una realtà. Questo almeno è quanto sostiene Rick Tumlinson, fondatore di una delle più grandi compagnie private del settore, la Deep Space Industries: "10 anni. Ancora 10 anni e poi inizierà una nuova era per l'umanità.Un futuro ricco, sicuro, un futuro migliore"

Tutta questa abbondanza arriverebbe dallo spazio. Da asteroidi e altri corpi celesti in orbita vicino alla Terra, ricchi, ricchissimi di risorse: "Industria mineraria spaziale", spiega Thomas Schildknecht dell'Università di Berna, "vuole dire esplorazione e scavo, con navicelle spaziali e robot, di corpi extraterrestri. La luna, Marte, ma soprattutto gli asteroidi. Corpi composti da materiali preziosi come oro, platino, e molto altro".

L'idea può sembrare stravagante, ma c'è chi ha gia mosso i primi, concreti passi per conquistare questa nuova frontiera. Il presidente americano Obama ha eliminato gli ostacoli legali allo sfruttamento delle risorse spaziali e aperto un nuovo orizzonte per le compagnie private del settore. La settimana scorsa, il Lussemburgo ha fatto la stessa cosa.

"È vero, ma ci sono ancora molti dubbi", prosegue Schildknecht. "Solo una parte della tecnologia è disponibile oggi. L'ostacolo principale è l'estrazione e lo scavo dei corpi celesti. E poi conosciamo ancora poco, troppo poco degli asteroidi".

C'è poi un altro problema: la legge.

"Beh, per l'estrazione noi è come pescare in acque internazionali", spiega Rick Tumlinson. "Raccogliamo le risorse ma non vogliamo e non possiamo impossessarci, o acquistare, se vogliamo dire così, terreni extraterrestri."

"Quasi tutte le leggi internazionali che regolamentano queste tecnologie sono vecchie di 40, 50 anni", osserva Thomas Schildknecht. "È una grande zona grigia e le Nazioni Unite dovranno occuparsene il più presto possibile, prima che le industrie private inizino lo sfruttamento commerciale dei corpi celesti."

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