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Gregorio De Falco "pronto a lasciare tutto"

De Falco durante la sua deposizione nel corso del processo sul naufragio della Costa Concordia, lo scorso 9 dicembre a Grosseto ANSA/Enzo Russo

Amareggiato per il trasferimento a un ufficio amministrativo il capitano di fregata che diresse i soccorsi nel naufragio della Concordia

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 settembre 2014

Sta persino considerando di abbandonare la Marina Gregorio De Falco, il capitano di fregata divenuto famoso per la telefonata con il comandante Schettino la notte del naufragio della Costa Concordia, e che da ottobre sarà trasferito a un ufficio di carattere amministrativo, dopo dieci anni nel settore operativo della Capitaneria di Livorno.

De Falco, simbolo positivo della tragedia del 13 gennaio 2012 al largo dell'Isola del Giglio, si è detto "amareggiato". "Queste conseguenze non sono coerenti con i riconoscimenti formali. Lo Stato su di me ha speso soldi per formarmi come responsabile del soccorso marittimo, responsabilità di cui mi sono fatto carico anche quando non mi competeva, come per esempio nella notte di Concordia'', dichiara De Falco in un'intervista a Repubblica. E il fatto che intanto Francesco Schettino salga in cattedra alla Sapienza (lo scorso luglio l'ex comandante era stato invitato a un seminario dell'università, come esperto nella gestione di situazioni di panico) "mi fa riflettere sulla circostanza che questo Paese è storto, privo di riferimenti corretti in cui le persone rispondano per il ruolo e la responsabilità che hanno", spiega ancora De Falco. "Un anno fa non fui destinato ad alcun incarico di comando come invece è successo a tutti gli altri miei colleghi. Io non mi sono lamentato, ma ora il trasferimento è un'altra cosa".

Il trasferimento di De Falco, che dallo scorso anno era caposervizio operazioni della Direzione marittima di Livorno, ha suscitato polemiche e innescato la reazione di alcuni politici."Le interrogazioni parlamentari che mi sostengono", ha detto Gregorio De Falco all'ANSA, "sono per me inaspettate ma vanno nella giusta direzione di fare chiarezza su questa vicenda. Nella mia posizione non servono le deduzioni o dubbi, ma fatti e certezze. Quello che mi è capitato mi amareggia ed è l'ultimo tassello di un percorso che parte da lontano e che riguarda tutta la sezione operativa che dopo la notte della Concordia è stata tenuta costantemente ai margini di qualunque ricorrenza o celebrazione".

"Sono un militare", ricorda De Falco, per sottolineare l'impossibilità di discutere l'assegnazione a un nuovo ruolo. Ma "in questo momento difficile", conclude, "sto valutando tutto. Compreso abbandonare le stellette anche se per me sarebbe un fallimento di vita. Nonostante tutto sono pronto a valutare anche la possibilità di lasciare tutto e andarmene. Del resto, a 50 anni non capisco perché si toglie un ufficiale con la mia esperienza dai ruoli operativi per destinarlo a un altro incarico. Era così necessario per una figura come la mia un ulteriore iter formativo?".

ANSA/red

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