Finanziaria complicata per i britannici
Una finanziaria improntata alla cautela, in vista della Brexit. Senza un accordo con l'Unione europea, gli incentivi fiscali per aziende e investitori potrebbero essere privilegiati rispetto alle risorse per il welfare. Così il cancelliere dello Scacchiere.
Con un'intesa con Bruxelles ci sarebbe una promessa per qualche risorsa in più per le spese sociali, proprio sulla scia dell'impegno della premier Theresa May di far intravvedere la luce della fine dell'austerità in fondo al tunnel.
Ma, avverte Philip Hammond, titolare del Tesoro nel governo conservatore britannico, l'intera strategia economica andrà rivista e cambiata in caso di "no deal": un divorzio senza accordo dall'Ue.
Intervistato nei talk show domenicali, Hammond ha spiegato che i suoi piani si basano sulla certezza che un'intesa "senza barriere reciproche" sarà infine trovata con Bruxelles. Tuttavia ha aggiunto che se così non fosse il bilancio andrà rifatto, con criteri nuovi e "una strategia diversa per il futuro". E non ha negato che, in un tale scenario d'inevitabile concorrenza con i 27, gli incentivi fiscali per aziende e investitori potrebbero essere privilegiati rispetto alle risorse per il welfare.
Una prospettiva "scioccante", secondo il cancelliere ombra laburista, John McDonnell, che ha accusato Hammond di mostrare "brutale noncuranza" sui tagli già introdotti dal governo Tory col meccanismo unificante dei benefit sociali dell'universal credit e d'esser pronto a rinnegare in caso di "no deal" pure i parziali correttivi promessi: pianificando la trasformazione del Regno in "un paradiso fiscale" per ricchi alla Singapore.
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