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Trentaquattro nuove Guardie svizzere giurano fedeltà al Papa

guardie svizzere
Le nuove reclute sono passate in rassegna dal loro istruttore prima della cerimonia di giuramento. KEYSTONE/Copyright 2024 The Associated Press. All rights reserved.

In occasione dell'anniversario del Sacco di Roma si è tenuta lunedì la tradizionale cerimonia di giuramento delle nuove reclute del corpo delle Guardie svizzere. Tra le persone presenti, vi era anche la presidente della Confederazione Viola Amherd.

“Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Francesco e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano Comandante e agli altri miei Superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri Santi Patroni mi assistano”: pronunciando questa frase tramandata ormai da secoli nel Cortile di San Damaso, 34 nuove reclute della Guardia svizzera hanno prestato giuramento lunedì in Vaticano.

La cerimonia, a cui ha partecipato una folta delegazione guidata dalla presidente della Confederazione Viola Amherd, si è svolta come da tradizione il 6 maggio, anniversario del Sacco di Roma (1527), in cui 147 soldati svizzeri trovarono la morte difendendo Papa Clemente VII dalle truppe dell’imperatore Carlo V d’Asburgo.

Nel 2017 abbiamo seguito la cerimonia di giuramento delle nuove reclute della Guardia svizzera. Una giornata che potete riscoprire in questo video:

“Utilizzate il tempo libero per conoscere Roma”

Incontrando le Guardie svizzere, Papa Francesco le ha esortate “a coltivare attivamente e intensamente la vita comunitaria”.

“Oggi – ha detto il Pontefice nel corso dell’udienza – è diffusa tra i giovani l’abitudine di trascorrere il tempo libero da soli con il computer o il telefonino. Pertanto dico anche a voi, giovani Guardie: andate controcorrente! È meglio utilizzare il tempo libero per attività comuni, per conoscere Roma, per momenti di fraternità in cui raccontarsi e condividere. Queste esperienze costruiscono dentro e vi accompagneranno per tutta la vita”.

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Viola Amherd e Papa Francesco si scambiano i doni.

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Il Papa ha fatto cenno anche alla nuova caserma, “attualmente in fase di progettazione” e che “dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po’ disperse per mancanza di spazio, e così anche al sostegno e al rafforzamento di questo legame e del senso di famiglia all’interno del Corpo”.

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Il più piccolo esercito del mondo

Con l’arrivo di queste 34 nuove reclute, il contingente del Corpo delle Guardie svizzere torna al massimo previsto, ovvero 135 militari.

“Si torna ai livelli pre-Covid, una boccata d’ossigeno – ha commentato il caporale Eliah Cinotti, portavoce dell’esercito del Papa, interpellato dall’ANSA – che ci permette di affrontare il Giubileo in maniera più confortevole”.

La divisa di “gran gala”, con le alabarde e le armature di 15 chili addosso, elemento distintivo delle Guardie svizzere, non deve far perdere di vista un altro aspetto meno folkloristico: questi giovani sono ben addestrati militarmente, sanno usare taser, pistola e fucile d’assalto e quando scortano il Papa vestono per lo più abiti borghesi.

Quello che i pellegrini vedono è invece l’alabardiere con il vestito a strisce colorate, un po’ l’emblema stesso del Vaticano. E se il Giubileo comporterà un maggiore impegno, quello che in realtà le Guardie del Papa già affrontano oggi è il crescere del disagio della gente, soprattutto psichico. “Dopo il passare del Covid – dice ancora all’ANSA il caporale Cinotti – c’è sempre più gente che si avvicina a noi, perché siamo la prima linea, per chiedere aiuto, l’elemosina, per essere tolti dalla strada…”.

Per questo l’addestramento prevede, anche nel solco della tradizione cristiana, “un atteggiamento di solidarietà e l’attenzione ai problemi psicologici”. Alla domanda se siano preoccupati per eventuali attacchi terroristici, il portavoce delle Guardie Svizzere replica: “I pericoli ci sono sempre ma sono invariati rispetto agli anni passati”.

Solo uomini, svizzeri e cattolici

La Guardia accoglie solo uomini, svizzeri e cattolici. Le donne? “La decisione spetta al Santo Padre ma c’è anche il problema della vecchia caserma dove anche per noi è difficile vivere”, risponde il portavoce confermando che i lavori per la nuova struttura non cominceranno prima della fine del Giubileo. Mentre “non è sul tavolo”, almeno al momento, il reclutamento di giovani di altre fedi.

A giurare lunedì 6 c’era anche Gabriele Scaffetta, 20 anni, di Locarno, nel Canton Ticino. Del Giubileo parla come “un anno di grazia, una grande sfida ma anche un grande onore”. E non importa se un ragazzo svizzero lascia tutto per minimo due anni e per uno stipendio di circa 1’400 euro al mese, ben distante dai salari svizzeri.

“È un servizio diverso da tutti quelli nel resto del mondo, lo considero un onore incredibile”, dice Gabriele all’Ansa. “Roma poi offre tanto, a partire dal cibo…”. Il giovane confida però che quando fa la sentinella di due ore davanti al Portone di Bronzo si chiede se quello abbia un senso o non sia solo far passare il tempo (“si può recitare mentalmente il rosario ma è dura”). Ma quando poi incontra Papa Francesco “è quello il momento intenso che ti fa capire perché sei qui. E dopo che mi ha stretto la mano ho sempre un pensiero: ‘Io questi guanti non li lavo più'”.

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