Quel che resta del guardrail messo sotto accusa.
Keystone / Marco Albertini
Mentre all'obitorio dell'ospedale all'Angelo vanno avanti le difficili operazioni di identificazione delle 21 vittime, tutte straniere ad eccezione dell'autista del mezzo, un trevigiano di 40 anni, non c'è ancora una ricostruzione che possa stabilire con certezza le cause dell'incidente.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Sono due le ipotesi principali al vaglio della magistratura sulle cause della tragedia: una manovra azzardata, con l’affiancamento ad un altro bus e un guardrail vecchio; oppure, sommato a questo, un malore dell’autista che non è riuscito a controllare il mezzo. “Non ci sono allo stato attuale degli indagati – ha confermato il Procuratore Bruno Cherchi – mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono stati posti sotto sequestro”.
È stata anche acquisita la “scatola nera” del mezzo “che sarà esaminata – ha spiegato Cherchi – solo quando si saprà che non è un’operazione irripetibile. Altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell’inchiesta, affinché tutte le parti coinvolte possano avere le perizie”.
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Si analizzano le immagini delle telecamere
Le indagini si concentrano sull’analisi di un video ripreso nei momenti dello schianto alla “Smart control room” del Comune di Venezia. La telecamera è puntata alla base della rampa che da Mestre porta a Venezia, e ritrae la sommità del cavalcavia, nel tratto in discesa verso la bretella per l’autostrada A4.
Si nota il bus affiancarne un altro, presumibilmente fermo al semaforo che immette a sinistra, verso Marghera, e che ha la freccia inserita. Subito dopo si nota il mezzo piegarsi e cadere, mentre l’altro pullman aziona improvvisamente lo stop. Non si intravvedono altri veicoli davanti.
Una strage di giovani
Quel che invece si sa già è che si tratta di una “strage di giovani”, come avevano detto subito i soccorritori. E in effetti l’età media delle vittime – 8 identificate, le altre 13 ancora senza un nome – è bassissima. Nell’elenco dei deceduti c’è un bambino di appena un anno e mezzo – i medici non hanno potuto definirne con precisione l’età – e di una ragazzina di 11-12 anni.
Altre vite spezzate sono state quelle di due ragazze di 28 anni, e di una di 30. C’è poi il capitolo dei feriti, 15, suddivisi in diversi ospedali, dei quali 4 ancora in rianimazione. Tra loro fortunatamente non gravi, vi sono due fratellini di 3 e 13 anni, che non sanno ancora della morte della loro mamma, una signora austriaca.
Interpellato dall’agenzia Keystone-ATS, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha dichiarato oggi di non essere al momento a conoscenza di vittime svizzere. La rappresentanza elvetica a Milano è in contatto con le autorità italiane
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