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L’avvocato del popolo salvo ma indebolito

Conte durante il discorso in Senato
Keystone / Francesco Fotia / Pool

Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, prima ‘signor nessuno’ arrivato alla politica per caso, poi ‘avvocato del popolo’, è stato salvato dalla fiducia ottenuta in Senato ma ne esce fortemente indebolito. Ora tutti aspettano una visione chiara di come vuole investire i 209 miliardi che arriveranno dall’UE. Ma il mandato sembra giunto al termine. Così la stampa elvetica ha riassunto la situazione politica italiana all'indomani del voto di fiducia.

Un risultato, quello ottenuto al Senato, che non decreta nessun vincitore tra Giuseppe Conte e il suo sfidante Matteo Renzi, scrive il quotidiano svizzero francese ‘24 heures’. Da un lato Renzi non è riuscito a far cadere il presidente del Consiglio Conte e ora è isolato. D’altra parte, Conte non ha ottenuto la maggioranza assoluta e ora ogni voto in Senato rischia di trasformarsi in una sconfitta.

I quotidiani elvetici mettono in risalto la facilità con la quale il premier ha cambiato le maggioranze restando sempre alla testa del governo.

Con il suo appello prima del voto a liberali, socialisti e popolari, Conte ha chiesto di sostenere il governo contro le derive sovraniste. Proprio lui – aggiunge ‘24 heures’ – che sembra dimenticare che insieme a Lega e M5s è stato alla testa di un esecutivo fieramente e apertamente sovranista.

Un asso nella manica

Ma Conte ha un asso nella manica, ricorda ancora ‘24 heures’. Nella prossima legislatura i parlamentari scendono da 945 a 600.

“Nessuno vuole rinunciare ai privilegi e ai salari generosi riservati agli ‘onorevoli eletti’ della Repubblica. Grandezza e meschinità della politica italiana”. 24 heures

Molti sanno che non saranno rieletti per cui vogliono evitare elezioni anticipate: nessuno infatti intende rinunciare ai privilegi e ai salari generosi riservati agli “onorevoli eletti” della Repubblica. Grandezza e meschinità della politica italiana, conclude ‘24 heures’.

Per il quotidiano romando ‘Le Temps’, il Presidente del Consiglio ha i giorni contati. Deve dare una visione chiara su ciò che vuole fare per sedurre i parlamentari fuori dalla sua maggioranza. Altrimenti è la fine.

Davanti al parlamento, Conte ha tenuto un discorso piatto, volto verso il passato con l’obiettivo unico di salvare il proprio governo, scrive ‘Le Temps’. Ha mostrato di non avere una visione a lungo termine. L’avvocato del popolo si è accontentato di ricordare le promesse fatte un anno fa durante la formazione del Conte bis “senza una visione o un sogno”, come ha poi replicato Matteo Renzi.

Mandato a termine

Ora la stampa italiana – aggiunge ‘Le Temps’ – gli lascia due settimane per ritrovare quella visione europeista presentata in parlamento per liberarsi di Matteo Salvini. Una visione che però si è persa nei meandri della pandemia. Non la ritrovasse, conclude ‘Le Temps’, le dimissioni di Conte saranno inevitabili.

“Come sia riuscito a sopravvivere indenne alla svolta politica a 180 gradi è un mistero”. Neue Zürcher Zeitung

Il quotidiano zurighese ‘Tages Anzeiger’ preferisce presentare la situazione politica italiana ai suoi lettori attraverso un ritratto del premier. Ricorda così che Conte, diventato Presidente del consiglio per caso, da due anni e mezzo regge le sorti del Paese. Prima con l’estrema destra ora con il centrosinistra. Volteggiando, a volte galleggiando – puntualizza il ‘Tages Anzeiger’ – è sopravvissuto al secondo attacco al suo potere, certo di poco e con meno voti di quanto sperato. Gli amici raccontano che è un formidabile incassatore: una parola presa in prestito dal pugilato. Aspetta, para i colpi, sopporta.

Al popolo – continua il foglio zurighese – si presenta come un elegante e tranquillo padre della nazione. Nella prima ondata della pandemia, Conte è diventato molto popolare come da tempo nessun premier lo era. Il 55% degli italiani lo apprezza, ciò che lo rende intoccabile.

Sensazionale anche la sua storia politica nata per caso. Conte viene scelto come un ‘signor nessuno’ dai 5 stelle. Paradossalmente, è cresciuto sulla clamorosa debolezza del Movimento. Potrebbe diventare capo del M5s, ma non lo vuole. Preferisce fondare un suo partito. Ma sarebbe saggio?, si chiede il ‘Tages Anzeiger’. Al momento sta vincendo anche senza un partito, senza una ferma ideologia – o proprio per questo.

Conte, l’unica sintesi possibile

Si dà il caso che Conte sia l’unica sintesi possibile di una legislatura quasi ingovernabile, scrive ancora il ‘Tages Anzeiger’. Dove è mai successo prima?

“Raramente la politica è stata più liquida, raramente le posizioni sono state più negoziabili, una grande lotteria”. Tages Anzeiger

Si vede addirittura passare con inquietante facilità da Donald Trump, a cui era affezionato e che lo chiamava “Giuseppi”, a Joe Biden – con lo sventolare delle bandiere, come ha fatto in Parlamento. Raramente la politica è stata più liquida – conclude il ‘Tages Anzeiger’ –   raramente le posizioni sono state più negoziabili, una grande lotteria.

Anche la ‘Neue Zürcher Zeitung’ (Nzz) punta sulla casualità dell’arrivo di Conte in politica. Ora il professore di legge sembra aver preso in simpatia il potere. Ma il suo governo deve mostrare risultati se vuole sopravvivere in politica a lungo termine.

Conte non è un brillante oratore, scrive la Nzz. Le sue parole poco ispirate prima del voto di fiducia al Senato di martedì hanno dimostrato ancora una volta che non molto tempo fa stava ancora tenendo una lezione agli studenti di legge in un’aula.

Senza carisma e fascino

La Nzz aggiunge che al cinquantaseienne manca il carisma, il fascino, ma anche la sfrontatezza che ha portato Silvio Berlusconi, Matteo Renzi o Matteo Salvini alla ribalta della politica italiana.

Conte però ha parato l’attacco di Salvini e lo ha spedito come uno studente disobbediente durante una resa dei conti in parlamento. Si è assicurato una nuova maggioranza di governo sotto il segno opposto. Come sia riuscito a sopravvivere indenne alla svolta politica a 180 gradi è un mistero, chiarisce la Nzz. Gli piace chiamarsi “l’avvocato del popolo”. E infatti gli italiani non lo vedevano come un voltagabbana assetato di potere, ma come uno statista responsabile che restava al timone nell’interesse della nazione.

Giuseppe Conte rimane in sella per il momento. Nonostante la sua “vittoria” in parlamento, però, è indebolito. Con la sua maggioranza relativa può, nella migliore delle ipotesi, continuare a governare in caso di emergenza – conclude la Nzz – ma per superare la grave crisi sociale ed economica in cui si trova oggi il Paese avrebbe bisogno di una maggioranza più ampia e stabile.

Ha perso l’Italia

Non ci sono vincitori dopo il duro scontro politico di martedì al Senato italiano, conclusosi con un successo di misura per il Governo Conte, scrive il ‘Corriere del Ticino’ (Cdt). A perdere invece, senza ombra di dubbio, è stato l’intero Paese che ora, alle incertezze economiche e sociali accentuate dalla pandemia di coronavirus, vede aggiungersi anche quelle politiche.

Per ottenere il sostegno di nuovi parlamentari occorrono idee nuove e realizzabili per dare più rapidità e concretezza all’azione di governo” Corriere del Ticino

Il compito del premier italiano – scrive il Cdt – appare arduo non solo per la necessità di trovare nuovi appoggi in Senato, ma anche per l’urgenza di dare maggiore concretezza all’azione di Governo, e le divergenze che non di rado sorgono tra Pd e M5s non facilitano il compito.

Per ottenere il sostegno di nuovi parlamentari in grado di sostituire quelli di Italia Viva con cui Conte non vuole più avere a che fare, non basta promettere una riforma elettorale di tipo proporzionale (che accontenta i partitini in cerca di poltrone) e giurare di battersi per il bene del Paese, conclude il Cdt, occorrono idee nuove e realizzabili per dare più rapidità e concretezza all’azione di governo.

Il commento della Regione Ticino è molto più duro e caustico. Il presidente del Consiglio è il simbolo di un modo di fare politica che cambia con il solo scopo di lasciare tutto così com’è, preservando il potere, si legge sul foglio ticinese.

L’assioma di Karl Marx per cui la storia si ripete sempre due volte, prima in tragedia e poi in farsa, in Italia arriva a un terzo livello che scivola verso il cinepanettone e oltre, dove la realtà non solo viene ridicolizzata, ma del tutto sovvertita, sostituita da personaggi reali che sembrano partoriti da uno sceneggiatore in vena di sberleffi, aggiunge l’editorialista della Regione Ticino.

“Tutto cambi affinché nulla cambi”

Conte, continua il quotidiano ticinese, con quell’aria da rassicurante professore di provincia e la parlata affettata, è il perfetto rappresentante 2.0 del gattopardesco “tutto cambi affinché nulla cambi”. E a cambiare è lui per primo, a seconda di quel che gli ruota attorno. Anti-europeista e trumpiano quando governava con Salvini, amicone di Bruxelles e di Joe Biden ora che sta con il Pd. Una centrifuga che andava bene finché Renzi non ha fermato il cestello mostrando panni sporchi e incongruenze nascoste in parte dalla pandemia, in parte dal fatto che Conte non ha bisogno di cambiare maschera per cambiare idea.

Ammesso che ne abbia mai avuta una che non fosse il rimanere attaccato alla poltrona. La Regione Ticino conclude scrivendo che Conte è tutto e il contrario di tutto pur di avere qualcuno a sostenerlo, che sia di destra, di sinistra o il perenne caos in cerca di un centro di gravità permanente chiamato Cinque Stelle.

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