Liberazione del generale libico, Giorgia Meloni indagata per favoreggiamento
La premier italiana Giorgia Meloni è indagata per favoreggiamento e peculato. L’indagine è stata avviata dalla procura di Roma in relazione al caso Elmasry, il cittadino libico ricercato dalla Corte penale internazionale prima arrestato dall'Italia e poi rimandato in Libia su un volo di Stato.
È stata la stessa premier italiana Giorgia Meloni a far sapere tramite i suoi canali social di essere sotto indagine per il caso Elmasry. Il cittadino libico è stato prima arrestato in Italia e poi rilasciato e rispedito in Libia con un volo di Stato. Poiché l’aereo è stato pagato con soldi pubblici, l’accusa è quella di peculatoCollegamento esterno.
Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. Avanti a testa alta! pic.twitter.com/Urg0QOis9VCollegamento esterno
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 28, 2025Collegamento esterno
Njeem Osama Elmasry era stato arrestato a Torino il 19 gennaio, su mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale dell’Aia, accusato crimini di guerra e contro l’umanità, uccisioni, stupri e torture avvenuti in varie prigioni di Tripoli di cui Elmasry era il responsabile.
È stato poi liberato il 21 gennaio e rimandato in Libia. Da qui l’accusa di favoreggiamento, poiché è stato di fatto aiutato a evadere il mandato di cattura.
Il Governo italiano si era in parte già difeso, parlando di errori nelle comunicazioni tra la polizia di Torino e la procura di Roma, errori che non avevano consentito la convalida dell’arresto. Un caso che aveva sollevato forti polemiche dell’opposizione, che aveva accusato il Governo e la premier Meloni di avere fatto una scelta politica: una sorta di favore alle autorità libiche, preziose per Roma per il controllo dei migranti.
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Oltre a Giorgia Meloni sono indagati anche i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi. Nei confronti della premier è subito arrivata la solidarietà dei due vicepremier. Il leghista Matteo Salvini, che parla di “vergogna”, e il forzista Antonio Tajani, che denuncia “scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia”.
L’opposizione dal canto suo attacca e chiede che la premier chiarisca tutto in Parlamento.
Il servizio del TG 20.00 della RSI del 28 gennaio 2025:
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