Italia, Governo sotto accusa per aver liberato un generale libico
L'uomo è stato rispedito in Libia con un volo di Stato.
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Irritazione nei confronti del Governo italiano per il caso dell’ufficiale libico ricercato per crimini di guerra e torture. Prima arrestato e poi liberato e riportato in Libia su un volo di Stato. Irritazione anche della Corte penale internazionale.
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tvsvizzera.it/mrj con RSI
L’estradizione dell’ufficiale libico Njeem Osama Elmasry dall’Italia con un volo di Stato ha suscitato stupore all’Aja, sede della Corte penale internazionale, che aveva chiesto il suo arresto ed estradizione.
In un comunicato la Corte sottolinea che sta ancora aspettando da Roma spiegazioni su quanto successo. Sull’uomo pendeva un mandato di arresto internazionale – emesso dalla Corte dell’Aja – per crimini di guerra e contro l’umanità, uccisioni, stupri e torture avvenuti in varie prigioni di Tripoli dal 2015, strutture di cui Elmasry era il responsabile.
Nonostante questo, però, dopo l’arresto avvenuto a Torino nella notte tra sabato e domenica le autorità italiane lo hanno scarcerato e riportato a Tripoli martedì sera con un volo di Stato. Nella capitale libica l’uomo è stato accolto da una folla gioiosa all’aeroporto.
La responsabilità di quanto accaduto viene scaricata dalla maggioranza sulla magistratura, accusata di aver commesso errori di procedura. Il Governo italiano è però sempre più sotto pressione, e giovedì il tema è stato affrontato in Senato.
Il servizio del TG 20.00 della RSI del 23 gennaio 2025:
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“Avete liberato un criminale internazionale dopo che ci avete promesso che avreste seguito dappertutto i trafficanti”, ha dichiarato il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Giuseppe De Cristoforo. “Non si tratta di un errore di arreesto, ma di una decisione politica”, ha dal canto suo aggiunto la senatrice del PD Sandra Zampa.
Decisione politica perché – secondo l’opposizione – il Governo non voleva irritare le autorità libiche, fondamentali per contenere le partenze di migranti. In aula il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha rimandato alla prossima settimana spiegazioni dettagliate.
Ha invece spiegato il perché – dopo la liberazione – Elmasry è stato subito riportato in Libia. “Il cittadino libico era a piede libero in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale. Ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato”. Ora da più parti ci si chiede perché, se era così pericoloso, non è stato consegnato alla Corte internazionale dell’Aja, ma rimandato a Tripoli su un volo di Stato.
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