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Il tunnel degli sprechi

Il traforo progettato negli anni '90 a Milano è pronto ma nessuno lo vuole più inaugurare per costi e scarsa utilità

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Quando fu progettato, nei primi anni Novanta, poteva anche sembrare un’opera interessante, magari pure utile: un tunnel avrebbe collegato gli svincoli autostradali della A8 e A9 Milano-Como-Varese con la Fiera. Peccato che poco dopo aver firmato l’accordo sul mini-traforo, le istituzioni decisero di spostare la Fiera a Rho. E così oggi quel tunnel, il cui primo progetto è di ben 25 anni fa, è diventato (con i lavori portati avanti e poi bloccati con diversi contenziosi, e con i costi lievitati del doppio) il simbolo di un grossolano, costoso e (oggi pure inutile) errore urbanistico.

Il cantiere dei “traforo” è in pratica quasi finito, si doveva anche inaugurare a settembre, insomma aprirlo al traffico, poi no, si è fatto un passo indietro, qualcuno ha suggerito di usarlo come deposito di bus, ma non c’era spazio all’interno per farli manovrare, e così si è tornati all’idea di aprirlo questo tunnel alle auto in entrata in città, ma poi c’è stato un altro ripensamento, perché l’uscita avverrebbe in un vicolo stretto e guarda caso proprio davanti ad una scuola (che è peraltro sempre stata lì dov’è, eppure nessuno ne aveva mai tenuto conto nel progetto…). Ma non è tutto: sul tunnel noto come “quello di viale Gattamelata” (ma forse gatta da pelare sarebbe oggi un titolo più consono alla vicenda) è saltata fuori in queste settimane una cifra che crea un vero imbarazzo al Comune di Milano. Si tratta di quei 30 mila euro al mese che costerebbe (il tunnel) per la sola sua gestione, ovvero sarebbero 360 mila euro l’anno per garantire la sicurezza, l’illuminazione, l’aerazione di una vera e propria galleria autostradale a due corsie lunga oltre un chilometro, a cui si aggiungono scivoli in entrata e in uscita per altre svariate centinaia di metri.

E si torna così, un po’ come il gioco del Monopoli, alla casella di partenza: e di questo passo, certamente sarà il prossimo sindaco di Milano a tirare i dadi e a decidere la sorte del tunnel degli sprechi.

Claudio Moschin

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