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Lavori sulla pista Zermatt-Cervinia, quattro indagati

Uno sciatore sulla pista Zermatt-Cervinia.
Secondo gli inquirenti, la pista di collegamento oggetto dell'inchiesta - ubicata tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosa - non era prevista nei progetti che sono stati autorizzati. Keystone / Jean-Christophe Bott

La Procura di Aosta ha chiuso l'inchiesta sui contestati lavori per la pista transfrontaliera Gran Becca, ai piedi del Cervino, che avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino nelle ultime stagioni invernali.

La magistratura italiana contesta in particolare la realizzazione senza autorizzazione di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio lungo 330 metri e largo otto.

I quattro indagati sono Federico Maquignaz, presidente e amministratore delegato della Cervino spa (società che gestisce le piste italiane), il suo predecessore, Herbert Tovagliari, l’operatore della pala meccanica che ha eseguito materialmente lo scavo e Franz Julen, presidente del comitato organizzatore e della società vallesana degli impianti di risalita di Zermatt (Zermatt Bergbahnen).

Variante non prevista nel progetto

Secondo gli inquirenti, la pista di collegamento oggetto dell’inchiesta – ubicata tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosa – non era prevista nei progetti che sono stati autorizzati.

Sul piano legale la contestazione della procura riguarda in particolare l’articolo 181 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa).

Gli accertamenti, condotti dal Corpo forestale regionale, erano scattati su iniziativa della stessa Procura, dopo le polemiche emerse nell’autunno 2023 sui lavori effettuati sul versante elvetico del tracciato, su cui sono invece competenti le autorità del Canton Vallese.

La pista Gran BeccaCollegamento esterno parte a 3’720 metri di quota della Gobba di Rollin, in Svizzera, e arriva ai 2’835 metri dei Laghi di Cime Bianche, con un tracciato disegnato per lo più su ghiacciaio e per due terzi in territorio italiano.

Previste per due anni consecutivi, le discese libere maschili e femminili lungo la Gran Becca in realtà non si sono mai disputate: nell’autunno 2022 per la mancanza di neve e l’anno successivo per la troppa neve e il forte vento (nel 2024 invece le gare non sono state inserite nel calendario della Federazione internazionale di sci).

Divieto provvisorio emesso dal Canton Vallese

In Svizzera, lo scorso ottobre, la Commissione cantonale vallesana delle costruzioni (CCC) ha emesso un divieto immediato di utilizzo di alcune installazioni sul ghiacciaio del Teodulo a Zermatt, situate al di fuori dell’area autorizzata per le gare di sci alpino.

Altri sviluppi

Le polemiche erano scoppiate dopo che erano state diffuse le immagini che ritraevano una ruspa intenta a sbriciolare la massa di neve compatta sul ghiacciaio del Teodulo allo scopo di preparare il tracciato della competizione.

Le organizzazioni ambientaliste, assistite dall’associazione Avvocati e avvocate per il clima, avevano chiesto immediatamente un’interruzione dei lavori.

La Commissione edilizia cantonale vallesana aveva in parte dato loro ragione, ordinando la momentanea sospensione dei lavori, ma solo all’esterno dell’area sciistica.

Dai sopralluoghi effettuati dai commissari nelle settimane successive hanno evidenziato che la zona di partenza della gara maschile della Coppa del Mondo esce dall’area autorizzata ed è stata ridotta, in larghezza, l’estensione del tracciato.

Successivo via libera

La pista progettata inizialmente dagli organizzatori si trovava interamente all’interno del comprensorio sciistico, ma dai rilievi effettuati sul posto è risultata troppo larga lungo la zona di partenza della gara maschile.

Soltanto le reti di sicurezza, aveva precisato la commissione vallesana, “possono eccezionalmente essere tollerate”, in applicazione del “principio di proporzionalità e considerando il carattere provvisorio dell’evento”.

Con i dovuti correttivi è stato poi consentito lo svolgimento della competizione che però, come detto, non si è potuta disputare per due anni a causa del maltempo e successivamente è stata cancellata dal programma.

Questo sul piano politico-amministrativo. Sulla vicenda è stato però aperto anche un procedimento penale, sia dagli organi inquirenti elvetici, sia da quelli italiani, su cui oggi sono pervenute le principali novità.

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