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Rubava nelle cassette di sicurezza, ora è in carcere

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Ha dovuto essere aggiornato più volte, l’atto d’accusa nei confronti di un ex dipendente della banca BSI, che nel dicembre del 2014 era stato rinviato a giudizio per avere sottratto oltre un milione dalle cassette di sicurezza di alcuni clienti. Mentre era in attesa del processo, l’uomo ha compiuto più d’un reato. L’ultimo gli è costato il carcere.

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 settembre 2017
tvsvizzera.it/ri con RSI (Quotidiano del 30.09.2017)

L'anomala vicenda giudiziaria comincia nel caveau della BSI. L’istituto di credito si accorse che l’impiegato, tra il 2012 e il 2013, aveva alleggerito le cassette di sicurezza di alcuni clienti, di oro e monete preziose per un valore di oltre un milione di franchi. I beni erano stati in parte venduti, in parte ritrovati in un’altra cassetta: la sua.

La procura firmò il rinvio a giudizio nel dicembre del 2014, ma nei quasi tre anni trascorsi il processo non si è ancora svolto. La ragione, è che mentre era in attesa di giudizio, l’ex bancario ha continuato a delinquere.

Le nuove accuse

Dapprima, ha falsificato l’estratto dell’Ufficio fallimenti per poter ottenere un appartamento in affitto. Poi è tornato sotto inchiesta per una presunta appropriazione indebita di due vetture prese a noleggio.

Infine, un altro documento falsificato in ambito locativo -questa volta, a favore di un conoscente- ha spinto il procuratore pubblico Andrea Maria Balerna a disporre il suo arresto, confermato dal giudice dei provvedimenti coercitivi in ragione del rischio di recidiva.

Rischia dai due ai cinque anni

Nei suoi confronti sarà stilato il quarto, si spera definitivo, atto d’accusa e il dibattimento si terrà alle Assise criminali. L’ex bancario contesta unicamente l’appropriazione indebita delle auto. Rischia dai due ai cinque anni di carcere.

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