E’ stato presentato ieri sera a Lugano il libro, voluto dal sindacato OCST in collaborazione con il sindacato italiano CISL, che racconta la storia dei frontalieri in Ticino.
Un volume da cui risulta evidente l’influenza del trattato sulla libera circolazione in Europa sull’esplosione del numero dei pendolari internazionali: la grande impennata risale al 2005. Il numero in quel periodo è più che raddoppiato: da meno di 30.000 ad oltre 62.000, facendo balzare il frontalierato centro della scena politica ticinese.
Nel corso della serata è emerso che per tornare al sentimento di reciproca gratitudine che emerge dalle testimonianze del libro, servirebbero regole chiare, come contratti collettivi di lavoro estesi a tutti i settori e salari minimi garantiti.
Oggi però il vento politico che spira in Ticino non va in questa direzione, e i frontalieri sono sotto esame sia in Svizzera che in italia. In Svizzera perché li si accusa di rubare il lavoro, in Italia perché sono considerati dei privilegiati.
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