Fisco, lo scambio automatico tra Berna e l’UE è (quasi) realtà
Ad opporsi al progetto in Svizzera è solo l'UDC
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Il Governo federale ha deciso, ora la palla passa al Parlamento che dovrà decidere se approvare o no il messaggio
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I cittadini dell’Unione europea (UE) non potranno più celare nei forzieri delle banche svizzere i propri averi. Berna e Bruxelles in futuro vogliono scambiarsi in maniera automatica le informazioni fiscali. Lo prevede un messaggio in tal senso licenziato mercoledì dal Consiglio federale. Ora la palla passa al Parlamento che dovrà decidere se approvare o meno l’oggetto.
L’accordo con l’Ue sullo scambio automatico di informazioni è stato firmato il 27 maggio 2015 a Bruxelles. Il testo è stato oggetto di una procedura di consultazione e, secondo un comunicato governativo, la maggior parte dei partecipanti ha accolto favorevolmente il progetto.
L’accordo tra Svizzera e UE dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2017 e il primo scambio di dati dovrebbe avvenire nel 2018, a condizione che le procedure di approvazione si concludano in tempo utile. La Svizzera, che attualmente fornisce informazioni fiscali solamente su richiesta, applicherà l’accordo a tutti i 28 Stati membri dell’UE.
La banche dovranno fornire alle autorità elvetiche i dati di persone o imprese tassate all’estero. I responsabili svizzeri invieranno poi regolarmente tali informazioni al fisco delle nazioni interessate. Oltre all’accordo con l’Ue, la Svizzera ha firmato un’intesa con l’Australia. In Parlamento i testi hanno buone possibilità di passare: ad opporsi è solo l’UDC (centrodestra), che pur essendo uscito vincitore dalle elezioni federali del 18 ottobre, non ha i numeri per bloccare da solo il dossier.
ATS/Swing/ludoC
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